In un giorno cruciale per la politica francese, il destino del governo guidato da Michel Barnier è stato appeso al filo del rasoio per un giorno intero, poi il voto di sfiducia all’Assemblea Nazionale lo ha definitivamente fatto cadere. Il premier è stato sfiduciato con 331 voti su 574. E ora la Francia sprofonda di nuovo nell’incertezza.
La tensione è salita alle stelle nel corso della giornata, culminando con il voto delle 20.00, un momento chiave che ha messo in luce le profonde fratture politiche interne al Paese.
La necessità per il governo di ottenere una maggioranza assoluta di 288 voti per evitare la caduta non è mai stata a portata di mano, considerando l’insolita alleanza tra i 124 deputati del Rassemblement National di Marine Le Pen, i 16 repubblicani di Eric Ciotti e i 192 membri dell’estrema sinistra. Marine Le Pen ha assunto una posizione decisamente critica, parlando di una Francia come intrappolata sotto un governo ritenuto incapace di rispondere adeguatamente alle necessità del Paese. La leader di RN ha sottolineato l’ironia di una situazione che ha visto estrema destra ed estrema sinistra unirsi contro un avversario comune, nonostante le evidenti divergenze ideologiche. Le Pen inoltre ha attaccato con veemenza l’attuale esecutivo, accusandolo di non essere disposto a dialogare e di privilegiare una gestione tecnocratica e distante dai bisogni reali dei cittadini francesi.
Alla fine il voto le ha dato ragione. Barnier è stato sfiduciato dopo nemmeno tre mesi da Premier e adesso dovrà presentare le sue dimissioni a Macron, insieme a quelle dei ministri.
D’altro canto, Emmanuel Macron ha espresso la sua determinazione a nominare un nuovo primo ministro entro 24 ore in caso di caduta del governo Barnier. Sempre che ne sia in grado. Nel totonomi ci sono l’attuale ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, e il leader centristra François Bayrou.
Uno dei principali punti di contesa è stata la legge di bilancio, al centro delle critiche per essere simbolo delle politiche tecnocratiche adottate dall’esecutivo. Marine Le Pen ha espresso un giudizio estremamente negativo sulla legge, affermando che essa non solo non rispetta le promesse fatte ai cittadini, ma manca anche di una chiara direzione e visione, evidenziando una persistente negligenza verso problemi fondamentali come l’immigrazione. Galeotta fu infine la decisione di Barnier fare passare il bilancio della Previdenza Sociale senza il voto dell’Assemblea.