Esteri

La Germania sotto scacco cinese

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Inauguriamo con questo pezzullo una speciale zuppa di Porro straniera. Grazie ad un nostro amico analista che vuole mantenere l’anonimato, che parla diverse lingue, legge molti giornali stranieri e soprattutto li capisce, rileggiamo un bel pezzo di Munchau (Financial Times) sui rapporti tra Europa e Cina.

“Come ogni settimana sul Financial Times arriva un nuovo prezioso articolo di Wolfgang Münchau, commentatore che offre sempre un’analisi non scontata, una vera e propria boccata di ossigeno rispetto a tanta informazione capace solo di spacciare formulette premasticate. Questo lunedì 4 marzo “il nostro” segnala un incontro tra un uomo dell’amministrazione Merkel con esponenti del governo cinese sulla questione dello spionaggio elettronico, il tutto nel contesto definito dalla richiesta di Huwaei di entrare nel mercato tedesco dei cellulari di quinta generazione.

Sul tema Berlino è ambivalente: da una parte le servono tecnologie come quelle Huwaei, dall’altra teme una più vasta influenza cinese sempre meno controllabile, e quindi sta orientandosi come in altri settori (aereospaziale, finanza, treni, energia, robotica) verso forme di protezione della propria industria perché come ha scritto in un suo libro l’ex commissario europeo portoghese Bruno Maçães Pechino sta diventando il socio guida nelle relazioni cino-tedesche.

E sullo sfondo vi è la terribile e decisiva questione dell’auto, dove la Germania è sempre più in difficoltà, come più in generale il confronto pericoloso tra due economie guidate essenzialmente dalle esportazioni. Il tutto nel quadro di relazioni tra un’economia di mercato di uno stato democratico e quella statalistica (che integra sicurezza, industria e finanza) di uno stato autoritario.

Per il magnifico Münchau (che Dio e il Financial Times ce lo conservino) Berlino (e Parigi e Bruxelles) stanno prendendo coscienza con enorme ritardo di questa situazione e lo dimostrano dando segnali di panico”.