Il 14 aprile 2025, Donald Trump è tornato a parlare della guerra in Ucraina, accusando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden di aver permesso l’inizio del conflitto. Sul suo social network Truth, Trump ha dichiarato: “Questa è la guerra di Biden, non mia. Durante il mio mandato, non ci sono stati problemi nel prevenirla”. Ha poi aggiunto che, se le elezioni del 2020 non fossero state “truccate”, questa tragedia non sarebbe mai scoppiata. Ha concluso il messaggio dicendo che sta lavorando “per far cessare morte e distruzione”.
Le accuse di Trump e l’attacco a Sumy
Le dichiarazioni di Trump giungono all’indomani dell’attacco russo a Sumy, un assalto che ha causato almeno 34 vittime e oltre 120 feriti durante la Domenica delle Palme. Secondo quanto riferito, i missili russi hanno colpito un autobus affollato e un centro congressi nel cuore cittadino. In una dichiarazione riportata poche ore dopo l’accaduto, Trump ha definito l’attacco “un errore terribile”, specificando: “Mi è stato detto che hanno commesso un errore, ma penso che sia una cosa orribile”. Alcuni leader internazionali, inclusi Antonio Tajani e Kaja Kallas, hanno respinto le parole di Trump, sottolineando che una tale “giustificazione” non può essere accettata.
Il presidente americano ha poi corretto parzialmente il tiro: “Questa è una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare. Biden – ha detto Trump – non è riuscito a fermarla e Zelensky avrebbe potuto farlo – ha detto – E Putin non avrebbe mai dovuto iniziarla. La colpa è di tutti”.
Zelensky risponde alle accuse
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto all’attacco verbale di Trump, ribadendo che non ci può essere equidistanza quando si parla del conflitto: “Qui non si può cercare una via di mezzo, c’è un aggressore e c’è una vittima. I russi sono l’aggressore, noi siamo la vittima”. Zelensky ha inoltre invitato Trump a visitare l’Ucraina per osservare con i propri occhi i danni causati dal conflitto, inclusi edifici distrutti, bambini feriti e ospedali devastati. “Venite, vedete, e poi agiamo con un piano per porre fine alla guerra”, ha dichiarato.
La posizione del Cremlino e la risposta di Kiev
Anche Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato l’attacco a Sumy, sostenendo che l’esercito russo colpisce solo “obiettivi militari”. Ha inoltre dichiarato che l’attacco avrebbe preso di mira una riunione di ufficiali ucraini, causando la morte di 60 militari. Zelensky ha immediatamente smentito queste affermazioni, affermando che tutti gli obiettivi colpiti a Sumy erano civili: “Condomini, negozi, un’area di servizio. Solo una vera pressione sulla Russia potrà fermare tutto questo”. Zelensky ha invocato sanzioni più dure contro Mosca, chiedendo che chi è responsabile della guerra venga ritenuto pienamente responsabile.
I numeri della guerra e l’appello di Guterres
Secondo l’Ufficio del Procuratore Generale ucraino, fino al 14 aprile 2025, 618 bambini sono stati uccisi e oltre 1.884 feriti dall’inizio del conflitto il 24 febbraio 2022. In totale, le vittime tra i civili arrivano a 13.000, con 100.000 soldati ucraini che hanno perso la vita. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si è dichiarato “scioccato” dall’attacco a Sumy, avvenuto durante la Settimana Santa. Il suo portavoce, Stephane Dujarric, ha definito il bombardamento l’ennesimo atto che conferma la brutalità del conflitto e la sofferenza della popolazione civile.
L’intervento di leader europei
Diverse reazioni provengono dall’Europa, dove personalità come Jean-Noël Barrot, ministro per gli Affari Esteri francese, hanno chiesto sanzioni aggiuntive per colpire Mosca economicamente. Nel frattempo, Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione Europea, ha ribadito che “la Russia ha commesso un errore attaccando l’Ucraina” ed è responsabile delle uccisioni. Anche Antonio Tajani ha condannato l’aggressione, definendo il conflitto una strategia mirata e non il risultato di errori.