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La libertà sospesa ai tempi del Coronavirus

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Tra le vittime che il Coronavirus rischia di spedire in terapia intensiva c’è pure la libertà d’espressione. Mi rendo conto che nell’era del Parlamento ridotto ad appendice delle strategie social di Rocco Casalino può suonare démodé, ma tocca occuparcene. Anche perché la conversione di certa “élite” liberale al conformismo filogovernativo è stata così fulminea, che rischia perfino di non essere notata.

Avete ad esempio sentito qualche voce levarsi in difesa di Cateno De Luca, sindaco di Messina? Un sindaco sicuramente non convenzionale, e non per forza in senso positivo, ma che è addirittura stato denunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per “vilipendio della Repubblica e delle istituzioni costituzionali”. Un reato gravissimo secondo il Codice Rocco, in quanto diretto contro “la personalità dello Stato”. Un’ottica statolatrica, prima ancora che statocentrica, che evidentemente la nostra Costituzone e il nostro ordinamento antifascista “più belli del mondo” non hanno minimamente intaccato, visto che ora il ministro dell’Interno (ovvero colui che controlla le forze di polizia) la può brandire contro un semplice sindaco. Colpevole di aver descritto, certo con eloquio colorito e fin con turpiloquio (ma saremo almeno ancora liberi di sacramentare, col virus alle porte e la centoventisettesima autocertificazione da compilare?) il fossato tra le rassicurazioni della Lamorgese (“tutto sotto controllo sullo Stretto di Messina”) e le orde che si sono riversate dai traghetti in barba a ogni logica anti-epidemia. E noi, o meglio la mega-Burocratja di Palazzo incarnata dalla Lamorgese, troviamo il tempo di fare causa a un sindaco tosto e non allineato, nel bel mezzo di una crisi sanitaria e sociale nazionale? Che senso delle priorità, e che senso morale, circolano al Viminale, in che realtà vivono?

C’è poi il caso di un eccellente scienziato che si pensa un onnipotente censore, Roberto Burioni. Da parte mia, confesso che da quando è deflagrato il virus ho fatto del suo parere all’interno della comunità dei virologi (che non mi pare meno soggetta a vanità, gelosie, ripicche reciproche di quella dei politici, o dei giornalisti) la mia stella polare. Da profano, mi è parso tra i più lucidi e consci della portata pandemica dell’evento.

Però, lui e i colleghi che hanno fondato il “Patto trasversale per la Scienza” si stanno capovolgendo nell’opposto antropologico degli scienziati, ovvero in inquisitori. Solo negli ultimi giorni hanno: a) querelato un intellettuale (Vittorio Sgarbi) per le sue considerazioni eretiche sul Coronavirus; b) spedito una diffida alla virologa del Sacco Maria Rita Gismondo per aver inizialmente sminuito l’emergenza; c) chiesto l’oscuramento del sito Byoblu24, e relativo canale YouTube, per aver pubblicato un’intervista al farmacologo Stefano Montanari, il quale sostiene che la gravità dell’epidemia sia gonfiata anche per interesse delle case farmaceutiche (delirio complottando di serie D, per conto mio, ma la libertà di pensiero o è anche libertà di pensare castronerie, o non è).

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