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La mutazione democristiana del Movimento Cinque Stelle - Seconda parte

E chi si ricorda di Marcello De Vito? Il presidente dell’Assemblea capitolina, che era finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, doveva essere espulso dal Movimento in «30 secondi» (parole sempre di Di Maio). I probiviri del M5s non hanno mai ratificato la decisione. Così De Vito, una volta libero, non solo è rientrato nel partito, ma è tornato a sedersi sul suo scranno in consiglio comunale. Per carità: tutti innocenti fino a prova contraria. Onestà, onestà.

Luigino: tanto casino, per ridursi a fare il De Mita su Facebook. Almeno, un Dc di razza come Giulio Andreotti, avrebbe saputo dire le stesse cose con molte meno parole: «La situazione era un po’ più complessa…».

Alessandro Rico, 3 dicembre 2019

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