Esteri

La guerra in Ucraina

La Nato si prepara a una “guerra di logoramento”

Il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha dato un chiaro messaggio all’Occidente: “Pronti ad aumentare anche la capacità industriale”

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Anche la Nato si prepara per un conflitto a lungo termine alle porte dell’Europa. Con la resistenza di Bakhmut, dove il gruppo mercenario Wagner non riesce a sfondare le linee ucraine nella città, è lo stesso segretario dell’alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ad aver ammesso che la guerra tra Kiev e Mosca durerà ancora per molto tempo. Anzi, l’Occidente dovrà tenersi pronto per assistere ad una vera e propria guerra di logoramento.

Dopo l’invio dei proiettili all’uranio impoverito dal Regno Unito all’Ucraina (e già usati dalla Russia), oggi è stato il turno della Slovacchia, che ha deciso di fornire a Zelensky tredici nuovi caccia Mig-29, mentre proseguono le accelerazioni americane relative all’invio dei tank Abrams. Qualche settimana fa, i carri armati sono stati oggetto di forti discussioni con la Germania, contraria all’invio dei suoi Leopard 2 se Washington non avesse messo a disposizione dell’Ucraina i propri carri armati.

Per approfondire:

Stoltenberg, alla riunione del Partito dei socialisti europei (Pse), ha anche sottolineato la necessità dei Paesi atlantici di concordare un nuovo ambizioso impegno di investimento, nella difesa al vertice di Vilnius di luglio, con il 2 per cento del Pil come minimo da investire nella difesa, ad oggi rispettato solo da sette dei trenta membri Nato. Mentre, in un’intervista al Guardian, ha specificato come il conflitto tra Mosca e Kiev rappresenti una “guerra di attrito”, dove si dovrà procedere a aumentare la “capacità industriale per sostenere il nostro appoggio”.

Seguirà poi un primo step per l’inizio della costruzione di una difesa comune europea, come dichiarato dal capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, sulle linee programmatiche in audizione alla Commissione Difesa ed Esteri del Senato: “Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, c’è stato uno tsunami per quanto riguarda la tanto discussa Difesa europea, un boost notevole. Tutti i capi di Stato maggiore della Difesa delle forze armate dell’Unione hanno detto che c’è necessità e a quanto pare dovremmo arrivarci anche a breve. Se dico militarizzare vado, a finire sui giornali, ma il primo step sarà di operazionalizzare la struttura di comando e controllo dell’ipotetico strumento della Difesa dell’Unione Europea”.

La posizione di Stoltenberg, comunque, sembra offrire un sostegno “a carta bianca” al governo di Zelensky, a differenza di quanto dichiarato pochi mesi fa del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, quando ad una domanda relativa all’invio di ulteriori forniture all’Ucraina, il numero uno della Casa Bianca rispose di non aver mai “firmato un assegno in bianco”.

Il segretario generale della Nato, invece, non solo ha rinnovato sul lungo termine il sostegno alla causa di Kiev, ma ha auspicato un aumento della produzione industriale occidentale, in questi mesi fortemente in difficoltà soprattutto nell’ambito della produzione di munizioni. Vedremo come reagiranno i Paesi occidentali. Negli Usa, il sostegno “illimitato” non sembra creare attriti tra democratici e repubblicani. Profondamente diverso è il quadro nel nostro continente.

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