Società

La nuova frontiera: un nonno trans allatta il nipotino

La paziente ha chiesto ai medici di aiutarla ad allattare in modo da poter sperimentare l’allattamento al seno

trans nipote © Syda Productions e pixelshot tramite Canva.com

Le frontiere della ricerca si spingono sempre più in là, affrontando questioni che fino a qualche tempo fa sembravano appannaggio della fantascienza. E non sempre, forse, è un bene. Un recente studio condotto dalla Duke University ha sollevando interrogativi dal profondo impatto etico e medico in merito all’induzione della lattazione in donne transgender, un tema che incrocia la scienza medica con questioni di identità di genere e diritti.

Il Daily Mail ha riportato un caso emblematico: una nonna transgender di cinquant’anni, in precedenza padre biologico di cinque bambini, è stata assistita dai ricercatori nella lattazione, al fine di allattare suo nipote di quattro mesi. Si tratta del quinto caso di cui si abbia notizia di un transessuale che riesce ad allattare un bambino.

Il trattamento, della durata di quattro settimane, ha permesso alla “nonna trans” di produrre una discreta quantità di latte, circa 30 ml, ritenuta sufficiente per l’alimentazione del neonato. La trasformazione vissuta dalla nonna è stata descritta come profondamente significativa, tanto sul piano emotivo quanto su quello fisico.

Diverse voci critiche si sono levate contro la pratica della lattazione indotta in donne transgender, mettendo in luce le questioni etiche ad essa connesse. Heather Welford di With Women e Maya Forstater di Sex Matters, ad esempio, hanno evidenziato le preoccupazioni relative al benessere del neonato, il quale non ha la capacità di esprimere un consenso informato sul coinvolgimento in simili studi. Il timore è che l’entusiasmo per “l’avanzamento scientifico”, se di avanzamento si tratta, possa oscurare le importanti considerazioni biologiche e mediche che tali pratiche comportano. “Agli uomini – ha detto Forstater – non dovrebbe essere permesso, e ancor meno supportato, di frapporsi tra i bambini e le loro madri, o di usare i bambini come oggetti di scena per convalidare la loro convinzione di essere donne.”

D’altro canto, gli autori dello studio hanno difeso con fermezza il loro lavoro, sottolineando l’importanza di ampliare il dibattito riguardo l’induzione della lattazione e l’allattamento come parte integrante della cura per la transizione di genere. L’obiettivo sarebbe quello di fornire alle donne transgender l’opportunità di vivere l’esperienza di allattamento. Si tratta di un ambito della medicina di genere ancora poco esplorato, quello della “chestfeeding”, che permette l’allattamento da parte di genitori transgender e non binari.

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