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La pista cinese che inguaia gli uomini del governo - Seconda parte

Speranza, sapesse o meno delle manovre in seno all’OMS per tacitare le falle del sistema, dovrebbe dimettersi comunque; la sua strategia è cieca, è strabica, chiudere per chiudere per chiudere. Non è servito se non a condannare centinaia di migliaia di attività e di famiglie, a dissestare quanto rimane della Scuola, ad accumulare ritardi e buchi neri sulla somministrazione dei vaccini, a ingenerare una fobia sociale condivisa, a dividerci e farci odiare gli uni gli altri, forse all’insegna della “nuova egemonia culturale di sinistra” che lui si augura nel suo libro rimangiato; mentre una ricerca dell’irlandese Health Protection Surveillance Centre conferma quanto in pochi, ma neanche così pochi, sosteniamo da un anno, che all’aperto il tasso di contagio è dell’1 per mille. Ma forse il ministro che non sa seguiva indicazioni dai cinesi: gli stessi che stanno fallendo pure sul vaccino fatto in casa: ciarpame, come le mascherine e i ventilatori di cui abbiamo fatto incetta. Grazie, Cina, grazie ministro, grazie al tuo staff, ai tuoi intermediari, ai tuoi consulenti, ai tuoi collaboratori, a chi ti continua a stimare e a blindare. Non sappiamo se “le carte puntano a Speranza”, come ormai tutti vanno scrivendo, ma nel carosello di omertà, di false verità, di ambiguità, di promesse tradite, di annunci rimangiati, di libri evirati, sappiamo per certo una ed una sola cosa: quella cinese, più che una vita della seta, è stata una vita della sega.

Max Del Papa, 13 aprile 2021

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