Appunti sudamericani

Il presidente e la motosega

La realpolitik di Javier Milei

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milei argentina © Wolterk tramite Canva.com

Tutt’altro che “loco” il neo presidente argentino, almeno ad analizzare le sue prime mosse. L’insediamento del nuovo presidente dell’Argentina Javier Milei, il prossimo 10 dicembre, non vedrà la presenza dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, alla Casa Rosada. Lo riferisce Reuters mentre il Fondo monetario internazionale si è detto ieri “molto desideroso” di sostenere l’Argentina e il paese potrebbe essere un candidato per ricevere finanziamenti attraverso il suo Resilience and Sustainability Trust (RST), ha detto sempre alla Reuters il direttore generale del FMI, Kristalina Georgieva.

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Nel suo recente viaggio a Washington Milei ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden, Jake Sullivan oltre all’ex presidente Bill Clinton. Oltre al legame prioritario con gli Stati Uniti, la nuova amministrazione argentina si preannuncia come uno dei governi più filo-israeliani nella storia, in un momento in cui altre nazioni dell’America Latina si sono espresse solidali non solo con i palestinesi ma anche con i terroristi di Hamas. Non a caso dopo gli Stati Uniti e prima del suo insediamento, il prossimo 10 dicembre, Milei volerà in Israele.

Intanto da segnalare un interessante articolo di Steven Kamin per l’American Enterprise Institute che scrive: «Non sarà facile realizzare la dollarizzazione. Milei probabilmente non avrà il sostegno del Congresso e il governo è troppo al verde a questo punto per acquistare le azioni esistenti di pesos. Ma se l’Argentina in qualche modo trovasse i dollari, o se qualche entità ricca (Elon Musk?) fosse disposta a accumulare fondi, la dollarizzazione potrebbe essere il primo passo nel suo viaggio di migliaia di miglia verso una stabilità economica»

Paolo Manzo, 29 novembre 2023


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