La riforma fiscale che serve a vincere la guerra

7k 40
generica_porro_1200_3

La Russia sostiene che gli abbiamo dichiarato una guerra economica, è vero e la vinceremo con la riforma del… catasto. Potrebbe sembrare una teoria avventata ma non lo è. Mettiamo le cose in ordine: un paese con una struttura economica da terzo mondo, governato da un arrogante demagogo, aggredisce un paese confinante con la Nato e l’Unione Europea. L’Occidente decide di imporre dure sanzioni economiche all’aggressore e fornire armi e sostegno all’aggredito. Tradotto significa: perdere del denaro dai mancati introiti, alimentare l’inflazione interna (perciò diminuire il potere di acquisto delle famiglie a causa dell’aumento dei prezzi) e spendere per gli aiuti e l’assistenza umanitaria. È giusto, proporzionato e sostenibile. Andiamo avanti.

Ma subito in Italia si scatena la gazzarra “arrendista” di qualche intellò e politico nostrano che, alla ricerca di un momento di celebrità, ci spiega come in nome della pace e grazie al rifiuto di difendersi, gli Ucraini potranno non chiudere i Mac Donald e continuare a fare gli apericena, smettendo di scocciare a noi occidentali che abbiamo freddo con le case a 21 gradi e non vogliamo rischiare di restare senza il grano per la pasta. Per fortuna il nostro Parlamento (malgrado la robusta presenza di scemi del villaggio) continua a fare il suo mestiere e parla di riforma fiscale e del catasto.

Naturalmente parte subito l’indignazione e lo sfottò, perché è più chic interessarsi alla guerra da divano ed alla pandemia dei virologi social che non dei nostri soldi. Insomma monopolizzati dai problemi che ci sfuggono e sommersi dalla retorica, sembriamo ignorare i problemi reali come la riforma fiscale che sinceramente non è più rinviabile. In Italia la politica fa notizia se parla di suicidio assistito, dell’omotransfobia o dello ius scholae, questioni francamente marginali, è osannata quando ricorre a “scostamenti di bilancio” (nuovi debiti per i nostri figli), mentre quando fa il suo lavoro e parla di tasse cercando magari di rendere il prelievo meno una rapina, diventa un noioso problema per tecnici.

Per essere chiari, la principale nobiltà la politica la esercita quando tratta di tasse, ma alle sciocche parole di Padoa Schioppa “le tasse sono una cosa bellissima…”, vorrei rispondere con quelle di Ciccio Torrenuova in Baaria “la politica è bella…”. Perché l’unica cosa bella delle tasse è determinare cosa ne viene fatto e la politica ha questo compito sopra ogni altro. Non abbiamo bisogno di guide morali ma di solidi amministratori capaci di farci capire cosa faranno dei nostri denari e di farlo nell’interesse di ciascuno.

Ascoltare il presidente Zelensky alla Camera è retorica, mentre discutere in Commissione Finanze (bravo il presidente Marattin) della riforma fiscale e del catasto è politica. Al coraggioso presidente Zelensky sarei felice di garantire robusti aiuti militari pagati dalle nostre tasse, sostegno alla sua richiesta di entrare nell’Unione Europea ricevendo aiuti pagati con le tasse di tutti gli Europei e 15 minuti a reti unificate in prima serata, pagati equamente da tasse e pubblicità, dove poter spiegare ai nostri concittadini scettici e arrendisti, cosa significhi essere trascinati in una guerra, vedere morire i propri cari e vedere trascinati i propri figli in un incubo che segnerà tutta la loro vita.

Pertanto viva la politica e viva una attenta riforma fiscale e del catasto, perché le guerre si fanno con le armi ma si vincono con le tasse.

Antonio De Filippi, 16 marzo 2022

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version