Che pena questa sinistra in cerca di autore, che pur di dimostrare di esistere ancora deve affidarsi ai servigi di showgirl, procuratori della Repubblica, occupanti abusive e scappati di casa di vario genere e specie. Se il dramma esistenziale dei post-comunisti non fosse così tangibile, così dannatamente reale, si potrebbe rischiare di confonderlo con una di quelle sceneggiature di inizio anni ottanta firmate dal genio di Sergio Martino. In particolare, nell’ultimo episodio della saga tragicomica con protagoniste le sinistre nostrane potrebbero facilmente essere individuati tre personaggi principali.
C’è la bella borgatara di Quartaccio dall’infanzia complicata, nata cubista, poi diventata cantautrice, ma anche modella, showgirl, attivista di genere, paladina delle libertà, dell’antifascismo e dei movimenti Lgbt e femministi. Un’artista a tutto tondo, prestata di tanto in tanto all’impervio terreno della politica, che non perde né il vizio né l’occasione per lanciare qualche bordata all’indirizzo di Giorgia Meloni, incurante tuttavia del fatto che l’inconsistenza delle sue sterili argomentazioni possa sortire quale unico effetto quello di accrescere ulteriormente il già di per sé ampissimo consenso del presidente del Consiglio italiano.
Poi c’è lui, il magistrato palermitano, già membro del Csm, già procuratore capo di Palermo, e ora a capo della Procura di Roma, con un passato, alquanto remoto, nel Fronte della Gioventù e un futuro, abbastanza prossimo, nel Pantheon della sinistra italiana. Il motivo? L’irripetibile celerità con cui l’esperto procuratore ha saputo trasformare un banalissimo esposto presentato da un privato cittadino in un “atto dovuto” attraverso cui mettere sotto indagine mezzo esecutivo in carica. Ivi compreso il presidente del Consiglio, ovviamente, che, tuttavia, anche in tal caso, non potrà che uscire rafforzato dagli ardimentosi attacchi sferrati con veemenza dalle toghe.
E infine c’è lei, la pupilla di Bonelli, Fratoianni e Fabio Fazio, paladina degli okkupanti e dei centri sociali. L’insegnante antifà con una specializzazione in “aggressioni violente e occupazioni abusive”, un curriculum criminale di tutto rispetto, che conta già all’attivo quattro condanne e ben ventinove denunce, e un’elezione al europarlamento tra le file dei verdi agguantata con prepotenza nel corso dell’ultima tornata elettorale europea al fine scongiurare il rischio che l’ennesima condanna subita si potesse poi tramutare in detenzione, questa volta, però, da scontare in un carcere ungherese.
Sono loro, la Showgirl, il Procuratore e l’Occupante abusiva, o se preferite, nell’ordine, Elodie, Francesco e Ilaria, i nuovi alfieri dell’antimelonismo militante.
Salvatore Di Bartolo, 13 febbraio 2025
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