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L’anno di Draghi e la rincorsa al Colle - Seconda parte

Il Piano sarà indubbiamente perfetto e dettagliato perché in questo Draghi è il migliore. La nuova ministra della Giustizia Marta Cartabia, che di penale sa poco ma di civile sa tutto, potrebbe essere la carta vincente per l’attuazione del Recovery Plan sciogliendo giuridicamente i numerosi lacci che si frappongono all’inizio di un’opera. Se si dimostrerà all’altezza della fama potrebbe esserci una bella staffetta a Palazzo Chigi, con Draghi in volata verso il Quirinale. A meno che per lasciarlo lavorare non si segua, nel nome delle mille emergenze, il “metodo Napolitano” con una breve proroga di Mattarella.

Ma con il Pd, ridotto negli ultimi mesi a fare la grancassa di Conte, che oggi sa solo recitare la litania dell’alleanza ed è persino tacciato di maschilismo nel nuovo governo, con la fine del “grillismo” e della stagione dei populismi, resta la speranza che il centrodestra, davvero unito e con qualche nuovo arrivo (Italia Viva di Renzi?), non decida di vincere sul serio il gran tour del Colle con un suo candidato, lasciando agire Draghi fino alla fine della legislatura. Sarà la volta buona? Il dado adesso è tratto: dopo la transizione ecologica e digitale anche quella politica?

Luigi Bisignani, Il Tempo 14 febbraio 2021

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