Cronaca

L’asilo cattolico si inchina ad Allah. Siamo morti

I bambini dell’asilo parrocchiale Santa Maria delle Vittorie di Ponte della Priula in visita al Centro Islamico Emanet di Susegana

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Asilo

Alla fine di aprile 2025, i bambini dell’asilo parrocchiale Santa Maria delle Vittorie di Ponte della Priula, accompagnati dalle loro maestre, hanno visitato il Centro Islamico Emanet di Susegana, nel trevigiano. L’iniziativa era parte di un progetto educativo che prevedeva il confronto tra diverse tradizioni religiose. La scuola aveva informato le famiglie, ottenendo il loro consenso per la visita. Durante l’incontro, l’imam ha spiegato ai piccoli i principi fondamentali dell’Islam, poi i bambini hanno osservato la posizione della preghiera musulmana e sperimentato alcuni gesti tipici.

“Questa mattina siamo stati accolti dall’Imam nella moschea di Susegana – ha scritto l’asilo sulla sua pagina Facebook – è stata un’esperienza davvero emozionante. Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c’era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare. L’imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su 5 pilastri e ci ha detto che loro pregano 5 volte al giorno (ci abbiamo anche provato). Già in occasione della festa per la fine del Ramadan Shevala, mamma di Bilal, ha letto un libro che spiega ai bambini cos’è e cosa si fa durante il Ramadan. Grazie di cuore all’Imam che ci ha aperto le porte della moschea e ci ha accolto con rispetto, amicizia ed entusiasmo”.

Reazioni politiche e critiche immediate

Le immagini dei bambini inginocchiati nella moschea hanno scatenato una forte polemica politica. Alberto Villanova, capogruppo della Lega in Consiglio Regionale del Veneto, ha definito l’episodio “gelido” e ha espresso preoccupazione per l’educazione impartita ai più piccoli, accusando la scuola di sfruttare i bambini a fini ideologici. Anche Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Partito Democratico, ha espresso perplessità. Pur riconoscendo il dialogo tra religioni come importante, ha sottolineato che sarebbe stato meglio scegliere approcci più neutrali per trasmettere valori di pace e convivenza.

Critiche sull’iniziativa

L’europarlamentare della Lega, Anna Maria Cisint, ha contestato con forza l’incontro, definendolo “agghiacciante”. Ha accusato l’imam di voler proporre una sorta di “catechizzazione” e di introdurre concetti inappropriati per bambini così piccoli. Matteo Salvini, leader della Lega, ha espresso la propria contrarietà dichiarando che “Alla faccia della reciprocità” tali iniziative non rappresentano l’identità europea.

La scuola ha difeso fermamente l’iniziativa, descrivendola come un’opportunità educativa volta a promuovere il rispetto interculturale in una realtà scolastica già multietnica e multiconfessionale. Secondo la direttrice Stefania Bazzo, l’incontro faceva parte di un progetto per educare alla convivenza e alla comprensione delle differenze religiose e culturali. L’imam Avnija Nurceski ha ribadito che l’intento era favorire conoscenza e dialogo, sottolineando come parte delle tradizioni sia già condivisa da alcuni bambini di origine musulmana.

“Ma quale preghiera. I bambini stavano facendo un’esperienza per conoscere come si comportano in moschea i loro amichetti musulmani. Un’iniziativa di pace condivisa con tutte le famiglie che hanno dato il loro assenso”, ha detto la dirigente scolastica Stefania Bazzo a Repubblica. “L’iniziativa rientra nel progetto educativo della scuola, che riprende le linee guida nazionali, e tiene in considerazione la presenza di tante culture, di tante nazionalità e di tante religioni tra i bambini della scuola stessa. Noi crediamo che per accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita sia importante che conoscano tutte le realtà che li circondano, lo facciamo ad esempio con le tradizioni locali o con il cibo”. E ancora: “Stavolta c’era il bisogno di vivere una reciprocità reale, per comprendersi e valorizzare le diversità che per bambini così piccoli significa toccare con mano, sentire, sperimentare dal vivo, vivere alcuni aspetti della religione musulmana praticata dai loro compagni di classe. Così è nata la visita al Centro Culturale Emanet, accolti e accompagnati dall’imam Avnija, che ben conosciamo e che è stato attento e preciso nel far cogliere le somiglianze e le differenze tra il suo ruolo e quello di don Andrea, il nostro parroco”. E i bambini inginocchiati? “Non stavano affatto pregando in direzione La Mecca – ha spiegato la dirigente – Hanno solo ripetuto il gesto mostrato dall’Imam, facendo esperienza diretta e mimando per qualche istante l’azione dei loro compagni, provando a capire e sentire quello che sente un loro amico quando si mette in quella posizione all’interno del Centro culturale. D’altronde i bambini musulmani che frequentano la nostra scuola conoscono e assistono ogni giorno al segno della croce prima dei pasti, il gesto più semplice e quotidiano delle nostre tradizioni”.

L’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha avviato approfondimenti sulla vicenda, per verificare il rispetto delle normative sulla parità scolastica e sulla conduzione dell’iniziativa. L’indagine cercherà di chiarire se il progetto educativo adottato dalla scuola fosse in linea con le regole previste per le istituzioni educative. La diocesi di Vittorio Veneto e il Comune di Susegana, al momento, non hanno rilasciato commenti ufficiali sull’accaduto.

La domanda che ci si pone è: va bene il dialogo interreligioso, ma davvero una scuola di ispirazione cattolica deve arrivare a tanto? Certo: prima dei pasti fanno il segno della croce e in occasione delle festività non mancano le preghiere. Ed è un bene che l’iniziativa abbia raccolto l’adesione delle famiglie, prima di portarli in gita. Ma ha davvero senso, per un asilo di ispirazione cattolica, che dunque dovrebbe sapere che (nel rispetto di tutti) solo con Gesù si arriva alla Salvezza, spiegare a bambini così piccoli – che ancora non hanno neppure fatto la prima comunione – come ci si inginocchia ad Allah?

Franco Lodige, 5 maggio 2025

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