Giustizia

Le intercettazioni vanno abolite - Seconda parte

Chi ritiene che le intercettazioni telefoniche debbano essere mantenute perché servono alle indagini – «toglierle è come togliere il bisturi al chirurgo», usa dire Antonio Di Pietro, il nostro giurista di riferimento – commette un altro deplorevole salto logico. L’utilità di uno strumento d’indagine non può essere addotta a giustificazione dello stesso. Ad esempio, se di due ladri la polizia ne becca uno e si lascia sfuggire il secondo, non v’è dubbio che torturare il beccato per farsi dire il nome del complice sarebbe una pratica utilissima per la chiusura del caso. Intercettare non è torturare, ma il punto cruciale è che l’utilità dello strumento non è ragione sufficiente per servirsene. Chi sostiene la necessità del suo uso deve trovare altre motivazioni. Deve, in particolare, riconoscere la non inviolabilità della segretezza della corrispondenza. Cioè deve dire chiaro e tondo di accettare di vivere in un Paese ove la polizia avrebbe il diritto di andare alla posta, intercettare i plichi della sua corrispondenza, in entrata e/o in uscita, leggerne e fotocopiarne il contenuto, richiuderli, e trasmetterli al destinatario.

Qualcun altro ritiene che lo strumento possa essere usato in indagini su alcuni reati ritenuti gravi (che so, mafia, pedofilia, etc.). Illogico anche questo: se il reato è certo, l’intercettazione è inutile; se il reato non è certo, si intercetterebbe un innocente. Insomma, saremmo in un circolo vizioso: posso intercettarti perché sei pedofilo, ma devo intercettarti per dimostrare che lo sei.

L’unico caso di intercettabilità che trovo ammissibile è il seguente. Posto che intercettare la corrispondenza è una privazione di libertà, come il carcere o gli arresti domiciliari, si dovrebbe poter essere intercettabili solo su specifica condanna. Sei stato riconosciuto pedofilo/mafioso/etc.? Tra le condanne che ti sono comminate v’è l’intercettabilità della tua corrispondenza (così lo sanno anche tutti coloro che, innocenti, comunicano con te).

Perdonatemi per queste riflessioni, ma da cittadino qualunque mi auguro proprio che il secondo comma dell’articolo 15 della Costituzione sia quanto prima cancellato e si ponga fine alla barbarica pratica.

Franco Battaglia, 8 luglio 2021

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