Salute

L’epidemiologo Ioannidis: “Sbagliato imporre il vaccino ai bambini” - Seconda parte

L’intervista a John Ioannidis, uno degli epidemiologi più influenti al mondo, che si schiera contro i televirologi e il siero ai bambini

E le scuole? Molte scuole private negli Stati Uniti chiedono la vaccinazione.

Non avrei mai chiuso le scuole. Non sono favorevole all’obbligo vaccinale per i bambini. Non credo che gli obblighi davvero apportino un miglioramento rispetto all’efficacia a lungo termine delle misure di sanità pubblica. Ottengono alcuni benefici a breve termine, ma io mi prendo cura delle persone, non mi interessano solo dati e numeri, mi interessa salvare vite, mantenere la coesione sociale, mi interessa che le persone continuino a fidarsi della sanità pubblica e non si sentano oppresse o obbligate a fare qualcosa. Quindi credo che la scuola dovrebbe rimanere aperta, penso che sia stato un grosso errore averle chiuse, già prima di avere i vaccini, in realtà; maggiormente adesso che li abbiamo e possiamo contare su altre misure. Quindi, dobbiamo imporre la vaccinazione ai bambini? Direi proprio di no. Penso che se i genitori vogliono vaccinare i propri figli va bene, possono farlo, dovrebbero farlo, ma va altrettanto bene che chi non vuole vaccinare i propri figli non lo faccia. Sono più preoccupato che si creino tensioni nella società, dove ci sono già molte tensioni. Porre fine a una pandemia non vuol dire soltanto ridurre morti e contagiati, è altrettanto importante smorzare la tensione. Se continuiamo ad avere conflitti, minacce, odio, divisioni e persone emarginate, sia pure con zero morti restiamo ancora nel bel mezzo di una pandemia: anche se le morti sono scomparse.

Lei ha messo in guardia dalle misure estreme contro la società e l’economia. Che tipo di contributo possono dare gli epidemiologi rispetto alla tentazione di indulgere a queste misure estreme, come nel caso dell’Italia? 

Penso che dovremmo evitare la paura e il panico, e credo che molti esperti che parlano in televisione o sui media purtroppo instillano paura panico. Forse hanno buone intenzioni, non voglio biasimarli né dire che cercano di ottenere vantaggi personali. Forse pensano che, facendo così, salvano vite, ma in un certo senso probabilmente aggiungono disagi a calamità e questo peggiora la situazione. Dobbiamo fare un passo indietro, cercare di calmarci, provare a parlare mantenendo il metodo scientifico all’epicentro di ciò che stiamo dicendo, e il metodo scientifico prevede sano scetticismo, incertezza, distacco e e un modo non dogmatico di affrontare le cose. Ci sono state troppe reazioni estreme, alcune delle quali portate avanti anche da scienziati, specialmente quelli che vanno in televisione. Un paio di settimane fa ho pubblicato un articolo insieme con alcuni miei colleghi, in cui abbiamo osservato che gran parte degli esperti più esposti in televisione in diversi paesi tra cui Stati Uniti, Grecia, Svizzera e Danimarca, in realtà non ha pubblicato nulla su Covid-19! E gran parte di questi scienziati televisivi non sono neanche citati nella letteratura scientifica. Forse avevano le migliori intenzioni, ma penso che dovrebbero avere una migliore conoscenza di loro stessi, riconoscendo che, come scienziati, “l’unica cosa che sappiamo è che non sappiamo quasi nulla”: questo è quello che sento di poter dire di me stesso.

Intervista reperibile in video integrale sul canale YouTube di Maddalena Loy o sul sito maddalenaloy.com.

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