Con Le Monde selon Gabriel, scritto nel 2007 e rappresentato per la prima volta nel maggio 2009 ad Amsterdam, Andreï Makine trasferisce dalla narrativa al teatro il suo affondo sulla inquietante drammaticità del vivere.
Una compagnia di attori “telediretti” da un misterioso Grande Imaginifico attraverso un telefonino cellulare si esibisce in una serie di tableaux-vivants (il sonoro verrà confezionato successivamente) videotrasmessi a un pubblico universale di nove miliardi di persone.
La realtà non appartiene più agli esseri umani ma solo a spettatori; realtà non più scandita da emozioni individuali bensì da allestimenti scenici, da istallazioni, e la parola esiste solo a servizio di stereotipe litanie collettive
Ma non del tutto morta è la speranza per i disperati teatranti di destarsi dal loro coma morale e valicare il minaccioso muro che avanza scricchiolante sulla scena. Al di là di esso, forse, può esserci davvero quel che Gabriel, il pericoloso scrittore ora lì prigioniero in catene, aveva preconizzato nel suo infame libro.