Questo libro non racconta la figura del libertino secondo lo standard usuale del “dongiovanni”, bensì come essere umano che pensa e vive un amore troppo forte per essere circoscritto entro le norme codificate dai catechismi e dalle società. Un corteggiatore romantico come Lord Byron e una poetessa-cortigiana come Veronica Franco; uno scrittore porno-splatter come Sade e una mistica come Marguerite Porete; un dandy come Oscar Wilde e un’autrice visionaria come Anne Sexton: la cifra comune di questi personaggi sta nella scandalosità delle loro opere, una licenziosità erotica non fine a stessa, ma che scaturisce da una visione dell’amare fuori da ogni schema, in cui vita e letteratura si confondono.
Con nuove traduzioni inedite Catà rende merito, forse per la prima volta, all’universo femminile del libertinismo, cercando di tessere un filo dalla classicità di Ovidio e di Saffo fino al nostro tempo. Quello che il lettore incontrerà non sarà l’immagine storica del libertino, ma il libertino come archetipo. L’archetipo del ribelle d’amore.