Esteri

Lo sfregio: vuole bruciare la Torah ebraica e la Svezia lo autorizza

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In Svezia alcuni musulmani vogliono bruciare una Torah, la legge ebraica, davanti all’ambasciata di Israele e la polizia ha dato loro il permesso di farlo. Già questo vale l’autorizzazione a dire, e a pensare, che tutto ciò sembra uscito dalla riunione del club degli imbecilli di cui fa parte sia chi ha chiesto l’autorizzazione sia chi l’ha concessa. Ma c’è di più. Il gesto, secondo qualche mente malata, dovrebbe essere in risposta al rogo di un libro del sacro Corano che un esponente dell’estrema destra ha fatto nei giorni scorsi sulla pubblica piazza. Si tratta di una risposta senza senso per svariati motivi che vale la pena di elencare.

Chi ha bruciato il Corano non era israeliano, non era ebreo, non era iscritto a nessuna comunità ebraica, non frequentava ebrei e non aveva neanche il famoso “amico ebreo”, quello che quando un non ebreo vuole parlare male degli ebrei tira fuori dal taschino come giustificazione preventiva. Chi lo fa sa di essere antisemita ma un po’ se ne vergogna in un ossimoro psicologico che a tutt’oggi nessuno è mai riuscito a spiegare fino in fondo. È sempre la solita storia, si cita il fantomatico “amico ebreo”, non si è mai capito chi è questo cretino che dà l’amicizia a tutti senza controllare che gentaccia frequenta, prima di dare sfogo alle classiche tirate antisemite, antisioniste, antiebraiche e anti… e chi più ne ha più ne metta con un altro giro e un’altra corsa.

Tornando al piromane del testo sacro dell’Islam, è chiaro che il soggetto in questione avesse più a che fare con il reparto psichiatria che non con la filosofia ebraica eppure, oplà, ecco che la rivincita deve essere fatta contro un testo ebraico. Il semplice fatto che un po’ in tutto il mondo proprio le reazioni ebraiche al rogo del Sacro Corano sono state di sdegno e di condanna non serve a fermare il fiammifero che si accenderà addirittura con l’autorizzazione delle autorità di polizia svedese. Comunque, per dirla alla Flaiano, la situazione è molto grave ma purtuttavia non è seria e questo perché il piromane autorizzato è un ignorante e crede di eseguire uno sfregio all’ebraismo mentre l’unica cosa che può ottenere è, se non sta attento, una bruciatura alle dita.

Questo perché il libro della Torah che andrà a bruciare sarà sicuramente uno di quelli che si usano nelle scuole a scopo didattico e che è possibile acquistare per pochi spiccioli in qualsiasi libreria specializzata. Non si tratterà certo di un rotolo di pergamena scritto a mano del valore di decine di migliaia di euro come quelli che vengono usati nelle sinagoghe di tutto il mondo durante le funzioni religiose. Pertanto, quello che verrà probabilmente e inutilmente dato alle fiamme in Svezia, non sarà altro che un libro di carta, non kosher, che religiosamente parlando vale come una copia del Pinocchio di Collodi o del “Il Richiamo della foresta” di Jack London.

Vogliono bruciare un po’ di pezzi di carta? Buon divertimento. Ma attenzione, perché se si ricomincia con i righi dei libri sappiamo tutti dove inizia la strada ma ci è ignoto dove ci porterà. L’unica certezza è che questa volta non finirà come la volta scorsa.

Michael Sfaradi, 15 luglio 2023

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