Esteri

Lo strano caso delle bombe a grappolo: se le usa Kiev sono buone

Arrivato il via libera americano all’invio delle bombe a grappolo all’Ucraina, ma è polemica intorno ai rischi per i civili

bidena zelensky armi

L’ipotesi era già stata ventilata in queste ultime ore, ma l’ufficialità è arrivata solo ieri sera: gli Stati Uniti hanno autorizzato l‘invio delle bombe a grappolo all’Ucraina. Una decisione che spinge ancora di più la Casa Bianca verso il sostegno indeterminato (potremmo dire quasi da “assegno in bianco”, nonostante quanto affermato pochi mesi fa da Joe Biden) alla resistenza guidata da Zelensky.

Cosa sono le bombe a grappolo

Ora, però, le critiche si incentrano sul diritto internazionale. Secondo il Comitato internazionale della Croce rossa, il 40 per cento delle bombe a grappolo rilasciate in alcuni recenti conflitti non sono esplose; il presuppone che, una volta lanciate da aerei o missili, rappresentano una potenziale minaccia per i civili, soprattutto in ottica futura. E ancora, nel 2008, 164 Stati hanno sottoscritto la Convenzione sulle munizioni a grappolo, che vieta l’uso, la produzione, il trasferimento e lo stoccaggio di armi. Ad oggi, sono solo 36 i Paesi aderenti all’Onu ma che non hanno aderito alla convenzione. Fra questi, oltre a Brasile, Pakistan, India, Arabia Saudita, India, Israele, Cina, balzano all’occhio proprio gli Stati Uniti, la Federazione Russa e l’Ucraina.

Per approfondire:

Per la Casa Bianca, però, si aggiunge un vincolo fondamentale. Nonostante la mancata adesione al trattato internazionale che mette al bando le bombe a grappolo, gli Usa hanno una legge nazionale che ne vieta l’utilizzo, superabile solo col via libera del presidente, il quale può accettare forniture basate su bombe con una minore percentuale di materiale inesploso, diminuendo quindi ka minaccia per i civili negli anni a venire. Ed è proprio da qui che i vertici americani hanno spinto.

Le decisone degli Stati Uniti

Come riportato dalle agenzie di stampa internazionali, gli Usa riconoscono “che le munizioni a grappolo creano rischi per i civili e questo è il motivo per cui è stata posticipata la decisione il più possibile”, ha affermato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, in un briefing alla Casa Bianca, commentando la decisione dell’amministrazione americana di inviare a Kiev questo tipo di controverse munizioni.

Mentre un portavoce della Difesa americana, il generale Patrick Ryder, ha preannunciato che gli Stati Uniti “selezioneranno attentamente” le munizioni a grappolo per l’Ucraina, in modo tale da garantire un tasso di errore del 2,35 per cento o addirittura inferiore. Questo in relazione alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che rimarrebbero inesplose.

Il punto centrale, però, rimane sempre il progressivo aumento della presenza americana su suolo ucraino, ovviamente in termini di forniture. L’anno scorso, per esempio, con l’invio degli Himars, pochi mesi fa con il via libera ai caccia F-16 ed oggi con l’autorizzazione sulle bombe a grappolo. Queste ultime rientreranno in un pacchetto da 800 milioni di dollari, comprensivo di veicoli corazzati Bradley e Stryker, proiettili per obici e sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità.

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