Esteri

La guerra in Ucraina

Lugansk, l’Onu accusa Kiev per la strage: “Civili utilizzati come scudi umani”

L’Onu accusa l’Ucraina di aver volutamente posizionato militari in una casa di cura, utilizzata come scudo difensivo umano

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Sono almeno due le notizie principali delle ultime ore dal fronte della guerra in Ucraina. Da una parte, Kiev ha assicurato di essere pronta ad iniziare l’offensiva di riconquista dei territori meridionali, con più di un milione di uomini, così come riferito anche dallo stesso ministro della difesa ucraino. Dall’altra, invece, il difensore denuncia l’attacco di Mosca ad un palazzo residenziale di Kharkiv, che ha portato ad almeno sei decessi, oltre alla strage di ventinove civili a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, dovuta ad un bombardamento dell’aggressore.

Nel frattempo, mentre Putin ha firmato in mattinata un decreto, che consente l’acquisizione agevolata della cittadinanza russa da parte degli ucraini; in Europa, continua ad alimentarsi la seria preoccupazione della sospensione delle forniture di Gazprom, con la scusa di una manutenzione di Nord Stream 1. Ed ecco che, in questo caso, si arriverebbe alla grande beffa per l’Europa, obbligata a rincorrere il mondo alla disperata ricerca del gas mancante per la stagione fredda.

Nonostante le possibili conseguenze ultra-dannose, che il nostro continente potrebbe potenzialmente subire, ecco che i leader atlantici non cessano di rinnovare il proprio pieno, indiscriminato ed assoluto sostegno militare, economico, umanitario alla resistenza ucraina. Tranne l’Onu. Ci spieghiamo meglio: nelle ultime ore, le Nazioni Unite stanno accusando Kiev di aver volutamente posizionato i propri militari all’interno di una casa di cura a Lugansk, dove, in data 11 marzo, morirono più di cinquanta civili, tra anziani e disabili, a causa di un bombardamento delle forze russe.

Lo scoop è stato offerto dall’agenzia Associated Press, la quale ha specificato come solo ventidue dei totali settantuno pazienti è riuscito a portarsi in salvo. Gli altri sono stati uccisi dall’attacco missilistico oppure intrappolati senza cibo, acqua e medicinali. Il rapporto dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite non incolpa l’Ucraina di crimini di guerra, ma si limita a lanciare un sasso: c’è il rischio che la popolazione civile sia stata utilizzata come scudo umano. E, in effetti, le ipotesi possono essere solamente due: o si tratta di un clamoroso ed imperdonabile errore di posizionamento militare, oppure c’è stata le reale volontà della resistenza di utilizzare la casa di cura come edificio difensivo. Forse, sperando che i russi non avrebbero mai abbattuto un luogo destinato a soggetti malati e disabili.

Secondo la ricostruzione presentata dalle Nazioni Unite, quindi, i militari di Kiev avrebbero preso posizione all’interno dell’edificio per trovare riparo, in uno dei territori (Lugansk) che, ai tempi, rappresentava il fulcro dei combattimenti della guerra. Nonostante tutto, nella progressiva avanzata, la struttura sarebbe stata indicata dai russi come rifugio della resistenza ucraina, procedendo quindi al bombardamento.

Nonostante l’evidente crimine dell’aggressore, che sin dall’inizio del conflitto ha proceduto nell’attuazione di una politica mirata su obiettivi civili e strutture residenziali, una domanda macroscopica sorge spontanea: come può l’esercito ucraino non aver evacuato i civili, se quell’edificio era destinato a diventare un riparo militare? Insomma, com’è possibile mescolare indiscriminatamente soldati con soggetti fragili e anziani? Il mistero non vuole affievolirsi. Ma le responsabilità ucraine, in questo caso, sembrano tutt’altro che pari a zero.

Matteo Milanesi, 11 luglio 2022

 

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