Appunti sudamericani

Lula censura la stampa per proteggere i “compagni”

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In Brasile cresce la censura pro Lula

Il presidente Lula ha appena censurato il giornale Gazeta do Povo: ha chiesto che il Tribunale elettorale vietasse al quotidiano di pubblicare informazioni sugli atti di repressione commessi dal dittatore del Nicaragua, con il quale ha vissuto per anni tra baci e abbracci, ed il Tribunale gli ha obbedito su due piedi. La domanda è: Lula ha intenzione di censurare la stampa solo per questa volta, o la censurerà di nuovo se diventerà presidente e se pubblicheranno qualcosa che non gli piace? Il complesso STF-TSE, che governa le elezioni e una marea di altre cose, ha violato la Costituzione censurando Gazeta. Domanda: l’alta magistratura non rispetterà la legge solo durante il periodo elettorale, o continuerà così anche in caso di vittoria di Lula?

Lula dice continuamente, e con crescente rabbia, che se verrà eletto imporrà al Brasile il “controllo sociale dei media”, cioè il governo sarà autorizzato a proibire la pubblicazione di qualsiasi contenuto che non sia gradito. Ovviamente lui risponde che “non è esattamente così”. Ma è proprio questo – o qualcuno pensa che il “controllo sociale” dei media esisterà, in un governo Lula, per garantire che la stampa pubblichi tutte le critiche, le notizie e le opinioni che vuole? Oggi sta già censurando come ai tempi della dittatura; ha deciso che il popolo non può sapere quello che già sa sulle sue relazioni amorose con la dittatura nicaraguense, perché teme di perdere voti con questo. La censura di un organo di stampa è espressamente vietata dalla Costituzione del Brasile così come Imprigionare un deputato per nove mesi, senza che sia stato colto in flagranza di reato, è un’azione illegale al 100%.

È ugualmente contro la legge ordinare alla polizia di fare irruzione alle 6 del mattino in case e uffici di cittadini per aver immaginato che stessero tramando un colpo di Stato in un gruppo di chat privato su WhatsApp. È ovviamente illegale che la Corte Suprema conduca un’inchiesta di polizia, e ancor più che questa inchiesta duri da oltre tre anni sul cosiddetto “gabinetto dell’odio” di Bolsonaro e le sue presunte “fake news”. La legge vieta di escludere il pubblico ministero dal processo accusatorio e di tenere le persone in carcere a tempo indeterminato, senza accuse e senza una data prevista per il processo. Ma tutto quanto vi ho descritto sopra è successo qui. Ora la domanda è: Lula censurerà la stampa solo adesso, o la censurerà anche se diventerà presidente?

Venezuela: Alex Saab è l’oggetto delle trattative tra Maduro e Biden

Gustavo Tarre, ambasciatore del governo ad interim di Guaidó presso l’Organizzazione degli Stati Americani, ha denunciato ieri che è stato “un terribile errore aver scambiato senza condanna alcuni ostaggi in Venezuela con due trafficanti di droga condannati e incarcerati (i nipoti di Maduro, ndr)“, poiché “questo apre la porta” a qualsiasi eccesso contro i detenuti politici in Venezuela. Il governo di Guaidó “non ha partecipato affatto a quello scambio”, ha chiarito Tarre, indicando che “l’abbiamo scoperto dalla stampa”.

Tuttavia, ha detto che “se ci avessero chiesto dell’opportunità dell’accordo avremmo detto di no”. “Il governo degli Stati Uniti ha deciso di procedere con lo scambio, una decisione sovrana e in potere dei nostri alleati”, ha detto Guaidó in una nota. Tarre ha anche rivelato che il regime di Maduro ha proposto la liberazione di tutti i prigionieri politici in Venezuela, circa 245 secondo l’Ong Foro Penal, in cambio di Alex Saab, il prestanome di Maduro detenuto negli Stati Uniti e responsabile dell’intera struttura finanziaria illegale della dittatura. Riguardo alla riattivazione del processo negoziale politico tra il regime di Maduro e l’opposizione venezuelana in Messico, Tarre ha affermato che “il governo ad interim di Guaidó non è stato coinvolto” dall’amministrazione Biden.

Messico: 110 studenti avvelenati con la cocaina in Chiapas, Messico

L’avvelenamento di massa di venerdì è stato il terzo nelle scuole del Chiapas nelle ultime due settimane. L’avvelenamento è avvenuto in una scuola media rurale, hanno riferito le autorità locali. Gli studenti sono risultati positivi alla cocaina. La condizione di uno studente rimane critica mentre gli altri sono fuori pericolo. L’incidente ha alimentato la rabbia tra i genitori dei bambini che si sono radunati presso il campo da basket della scuola, chiedendo risposte alle autorità. Un uomo in un video di Facebook è stato sentito dire che sua figlia era stata avvelenata ed era risultata positiva alla cocaina in un laboratorio privato, insieme ad altri studenti. Lo stato del Chiapas nega la cosa. L’ufficio del pubblico ministero ha affermato che avrebbe continuato a testare gli studenti, ma non ha risposto alle domande sui precedenti eventi di avvelenamento. Dal 23 settembre, infatti, i media messicani hanno riportato due casi di avvelenamento di massa nella città di Tapachula, che hanno colpito centinaia di studenti.

Argentina: il kirchnerismo vuole regolare i social network per distogliere l’attenzione dalla crisi

Dopo l’attentato a Cristina, il governo sta cercando di far passare una legge contro l’incitamento all’odio, per ora stoppato a fatica dall’opposizione. Ciò che cambierebbe con l’approvazione di questa legge sarebbe che qualsiasi governo avrebbe uno strumento più efficace per perseguitare l’opposizione, la magistratura e il giornalismo. La presidente dell’Istituto nazionale contro la discriminazione, la xenofobia e il razzismo (Inadi), ha chiesto al sito Infobae la creazione di “uno strumento legale” per punire i discorsi d’odio. “È necessario un qualche tipo di regolamentazione affinché sui social network smettano di circolare discorsi violenti e carichi di odio”, ha detto il presidente.

Nicaragua: ora Ortega usa l’Interpol per perseguitare i suoi oppositori in esilio

Una magistrata della dittatura ha inviato una lettera ufficiale all’Interpol contro due lavoratori del quotidiano La Prensa – un giornalista e un amministratore. Idem ha fatto la Corte Suprema del Nicaragua chiedendo all’Interpol di catturare l’uomo d’affari messicano-nicaraguense Mario Hurtado Jiménez, per presunto “riciclaggio di denaro, frode fiscale e altri crimini”. L’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) ha sede a Lione, in Francia, dove opera il suo Segretariato generale. Ciascuno dei 195 paesi firmatari dell’Interpol ha un Ufficio centrale nazionale (NCB). Il Nicaragua è membro dell’Interpol dal 1965.

È la prima volta che il regime intende perseguitare oppositori e giornalisti in esilio attraverso l’Interpol. Finora non è noto alcun caso in cui l’Interpol sia intervenuta nella ricerca di un politico nicaraguense perseguitato, ma riconosce che il regime riesce a creare ansia tra gli esiliati quando annuncia azioni di questo tipo. L’Interpol dispone di un sistema di notifica che va dall'”allarme rosso” che è “cerca e cattura” agli “avvisi arancioni” che “servono ad allertare su un evento, una persona, un oggetto o una procedura che rappresenta una minaccia e un pericolo imminente per persone o cose.

Nonostante l’improbabilità che l’Interpol collabori con Daniel Ortega nella ricerca di perseguitati politicamente, un “allerta” complica la vita dell’esule e rende loro la vita difficile perché significa che quella persona è, almeno, oggetto di indagine in altri paesi membri dell’Interpol.

Il governo haitiano ha chiesto l’intervento immediato di forze militari internazionali

Il paese più povero delle Americhe è di nuovo in pieno caos dopo che il governo ha aumentato i prezzi del carburante. A Port-au-Prince, ieri il primo ministro Henry ha di nuovo chiesto ai suoi partner internazionali “l’immediato dispiegamento di una forza armata specializzata”, con l’obiettivo di far fronte alla grave situazione che il Paese sta attraversando in tutte le aree, una crisi ulteriormente aggravata dalla ricomparsa del colera. L’ordinanza integrale del disperato appello è stata pubblicata ieri sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Haiti.

Paolo Manzo, 9 ottobre 2022

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