Politiche green

L’ultima follia gretina: via la cravatta per salvare l’ambiente

Politiche green

Pedro Pedro Pedro di Santa Fè, tu con le cazzate a tre per tre. Poi dice economista; poi dice socialista, cioè uno che di economia non capisce una fava di default, praticamente l’ossimoro perfetto. Pedro Sanchez, el Capataz spagnolo, che guida un governo coi compagni di Podemos, ha trovato la soluzione gretina per salvare il pianeta: via la cravatta; è inutile, borghese e fa sudare. Il ragionamento, che gli vale un Nobel per l’Economia e un altro per la Psichiatria, è il seguente: senza cravatta uno respira, se respira non ha bisogno di accendere il condizionatore, quindi la terra è salva. E siamo già oltre Draghi: il banchiere e l’economista socialista si fondono in una mirabile puttanata.

Ma prendiamola pure per buona: a questa stregua, perché lasciare le cose a metà? I vertici facciamoli a culo nudo, così portiamo a casa non solo il pianeta terra isole comprese. Inoltre, Putin se la piglia nel suddetto. Che ve ne pare? Dopo i descamisados, i descravatados: il primo che viene a parlare di liberismo selvaggio, io lo impicco con una cravatta di Marinella: siamo, se mai, alla deriva statalista, socialcontrollora, rompipalle: qui Mario il bancario vuol mandarmi i gendarmi in casa a controllare il termostato, là Pedro di Santa Fè spedisce gli incravattati alla corrida, crivellati di banderillas. Ma sarò io libero di vestirmi come cazzo mi pare? No, non lo sarò più. Stati e istituzioni sovranazionali, ma inutili, ma criminali, decidon tutto loro. Menu, stile, sesso, consumi, temperature, afflusso di clandestini, smalto per le unghie. Vedi un po’.

La contraddizione è somma, ma squisita: Speranza, che è più in disagio di Greta, vuole farti arrestare se non porti la mascherina a 40°, però Pedro vuole farti arrestare se porti la cravatta che riscalda. Ma si mettessero mai d’accordo, ‘sti scappati dal tso? Ma è il comunismo, bellezza, anche se oggi lo chiamano riscaldamento globale: sotto Mao e Pol Pot chi portava gli occhiali finiva nelle fosse comuni, sotto l’Unione Europea chi sfoggia la cravatta sparisce dalla vita sociale (per cominciare, poi dove si va a finire non si sa). Pedro Pedro Pedro di Santa Fè, se vuoi rinfrescarti fatti un bidet.

Guardate che io ci scherzo, ma quando parte la ventana populista-proibizionista è una tragedia, perché non si ferma più. Pedro, hai 50 anni, una moglie che ovviamente lavora in una Ong, hai i soldi, il potere e tutte le cravatte che vuoi: quando cresci, figlio mio? Sente caldo e si toglie la cravatta per salvare il mondo: questo non è uno scherzo del clima, ma del climaterio. Sapete quei gay pride dove tutti girano in reggipalle e autoreggenti, praticamente come Damianodeimaneschini, ecco, in ufficio e agli sportelli tutti così: e anche in fila. Desidera? Dovrei rifare la carta d’identità. Mi dia un documento. E gli tiri fuori un calzino sul cazzino.

Caro Nicola Porro, io ci provo a commentare questa follia ma la follia oramai ci supera, ci tracima, e una volta il telescopio omofobo, e un’altra bruciare le cravatte per il clima, e poi Gret(t)a che circumnaviga l’Oceano col catamarano del principino di Monaco (e 4 corvette a petrolio di scorta), il massimo dello snobismo come osserva giustamente Federico Rampini. La realtà ci oltrepassa, ed è insana. Se non fosse insana, Repubblica, che è ormai la Gazzetta del Manicomio, non la esalterebbe: la teoria economista di Pedro Pedro Pedro viene immancabilmente glorificata sulle paginate del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, what else?, e non si sa se mette più inquietudine Pedro o Repubblica (dove, presumibilmente, manderanno l’aria condizionata a palla). Comunque tutti questi fanno paura come la fanno i matti.

Anche se un fondo residuo, quasi una feccia di ottimismo, volendo, la possiamo trovare. Al prossimo vertice ministeriale terminale, tutti in canotta e bermuda, le ministre 5 stelle coi piedi sul tavolo, tutti che si grattano le ascelle, il culo e si fanno sventagliare dai commessi, unico con mascherina d’amianto: Speranza (anvedi che santo). Alla prima della Scala, tutti senza papillon a cominciare da Mattarella, che potrà così scongelarsi e salutare a pugno chiuso in un coming out finalmente liberatorio, unico con pellicciona siberiana: Manuel Agnelli, la Venus in furs del rock di nicchia (molta nicchia).

Tutto e tutti per salvare questo pianeta che, come dice la trecciarola, s’enfoca. Quanto a noi, poveri figli, che non siamo padroni di un cazzo (don Bastiano, quello del Marchese del Grillo), l’unica cosa che possiamo fare è toglierci le mutande: sai la freschezza, del resto Fulco Pratesi ci invita, alla comunista, a non cambiarle per intere settimane, tanto vale farne a meno, così non dobbiamo buttarle nei rifiuti tossici a fine uso. Pratesi sarebbe il presidente odorario del WWF, quello che sponsorizza Jovanattila: lo vedi Nicola che ormai è impossibile ironizzare su una realtà che ci lascia al palo (tra le chiappe)?

Max Del Papa, 31 luglio 2022

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