Cronaca

L’ultima follia: il calcio di un agente diventa violenza sessuale e patriarcale

A Bologna la denuncia di una studentessa per il colpo all’inguine: “Volontà simbolica di penetrazione”. La replica dell’Fsp

Calcio violenza sessuale

Il brutale omicidio di Giulia Cecchettin ha scatenato un’inattesa ondata anti-patriarcato. Ora femministe e non denunciano tendenze patriarcali per qualsiasi cosa, giusto per sfruttare il trend e magari guadagnare un po’ di visibilità. Emblematico quanto accaduto nelle ultime ore a Bologna, dove una studentessa-attivista di 26 anni – Ilaria – ha denunciato una violenza sessuale da parte di un poliziotto. Attenzione, non si tratta di stupro o simili barbarie: la giovane ha denunciato l’agente per un calcio all’inguine. E non c’è stata nessuna incomprensione, la conferma è arrivata direttamente dal suo avvocato Marina Prosperi: “Non stiamo denunciando per delle lesioni, stiamo denunciando per violenza sessuale“. Ed ecco anche l’ormai immarcescibile patriarcato: sì, il calcio all’inguine ha un’evidente matrice patriarcale. E via di hashtag, schwa e ricerca neanche tanto mascherata di like e follower.

L’episodio risale a mercoledì scorso, in occasione degli sgomberi di due edifici bolognesi occupati, uno in via di Corticella e uno in via San Giacomo. Come spesso accade in queste occasioni, non sono mancati i momenti di tensione tra attivisti dei collettivi e forze dell’ordine. Nessun attacco organizzato dagli agenti, considerando che negli scontri sono rimasti feriti dieci poliziotti. In quel frangente la studentessa è stata raggiunta dal calcio di un militare, nei pressi delle parti intime. Certo, la violenza immotivata è sempre da condannare e spetterà alle autorità competenti valutare quanto accaduto. Ma da qui a parlare di violenza sessuale di matrice patriarcale ce ne passa: “Un calcio addestrato, un calcio mirato, un calcio di una persona che sa come, dove e quando calciare”, il j’accuse della 26enne.

 

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Nella giornata di ieri, con tanto di pomposi annunci, la giovane ha improvvisato una conferenza stampa per le vie di Bologna e ha puntato il dito contro il patriarcato: “Quello che è successo a me ha una matrice chiara: il patriarcato, la violenza patriarcale che viene perpetrata ogni giorno. Quel giorno in piazza un uomo mi ha colpito in mezzo alle gambe, alle mie parti intime, per dirmi che lì non ci dovevo stare in quanto donna. Questo non lo tollero, non ho intenzione di rimanere zitta. Sappiamo bene che quando una donna denuncia viene colpevolizzata e non viene ascoltata”. Secondo la giovane, non si tratta di un caso di isolato ma di un sistema che andrebbe ricostruito interamente: “Credo che sia stato intenzionale darmi un calcio in mezzo alle gambe, per rimettermi al mio posto. Non parliamo di persone che non sanno come e dove colpire, ma di persone addestrate a colpire e che hanno scelto di colpire precisamente in un punto”. Per l’avvocato in quella pedata ci sarebbe “volontà simbolica di penetrazione”.

Un caso che probabilmente verrà cavalcato dalla sinistra, non ci resta che vedere. Fsp Polizia di Stato ha stigmatizzato senza mezzi termini le esternazioni della studentessa, accuse estremamente gravi e ben più estese di quel che possa sembrare: “Lei ha parlato anche di machismo nel gestire la manifestazione, nientemeno che di patriarcato, e addirittura di un sistema in cui la polizia dovrebbe proteggere e non lo fa. Il tema è delicato e merita attenzione, chiunque lo tratti, e certamente molta ponderatezza”, l’analisi del segretario generale Valter Mazzetti. Il rappresentante di Fsp Polizia ha poi precisato, in altri termini, che parlare di patriarcato è una scemenza: “C’è ben altro da dire. C’è che la Polizia di Stato è il Corpo che per primo ha accolto al suo interno le donne che ne rappresentano una componente fondamentale. C’è che i poliziotti sono impegnati con tutto il loro impegno contro la violenza di genere rispetto alla quale sono altamente preparati. C’è che per tenere fede al proprio dovere di difesa del cittadino non pochi poliziotti sono arrivati a rimetterci la vita senza esitare un solo istante. C’è che per difendere i più deboli, per garantire diritti e legalità, non si deve andare in strada a lanciare cassonetti contro le forze dell’ordine, si deve, cara Ilaria, indossare l’uniforme e andare in strada a garantire il proprio servizio”.

Massimo Balsamo, 13 dicembre 2023

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