Politica

Mario Giordano non ci sta: “Stipendi più alti ai ministri? Perché è vergognoso”

Il governo fa un passo indietro dopo le critiche. Il conduttore non usa mezzi termini: “Meglio populista che sanguisuga”

Mario Giordano

Conoscete bene la posizione di questo nostro giornale: i ministri governano il Paese e, come i grandi manager privati, se sono bravi e si ritrovano grosse responsabilità addosso, meritano di essere pagati adeguatamente. Soprattutto se per “servire lo Stato” lasciano un posto di lavoro il più delle volte decisamente remunerativo. Soprattutto se, ritrovandosi al vertice di un dicastero, con tutte le rotture di scatole che questo comporta, incassano meno di un collega che fa lo stesso mestiere ma essendo stato eletto alla Camera può godere della relativa indennità parlamentare.

A quanto pare il governo, su richiesta del ministro Guido Crosetto, avrebbe deciso di fare un passo indietro su una misura che peraltro sarebbe costata allo Stato solo 1,3 milioni di euro. Spiccioli, rispetto a 1300 miliardi (più o meno) di debito pubblico che abbiamo sul groppone. La manovra, che dovrebbe essere approvata oggi alle 15, prevederà dunque solo un fondo da 500mila euro per rimborsare ai ministri almeno le trasferte. Ma tant’è. La nostra posizione è forse minoritaria e ne siamo consapevoli. Ma il bello di questo nostro giornale è che non ci nascondiamo di fronte ad un dibattito che divide anche analisti, giornalisti e commentatori amici. Vedi il caso di Mario Giordano.

Ieri il conduttore di Fuori dal coro ha affidato a Twitter il suo ragionamento. “Per me – ha scritto – aumentare lo stipendio dei ministri di 7mila euro al mese quando alle pensioni minime si dà 1,8 euro al mese è una vergogna. Ma se qualcuno pensa sia giusto deve rivendicarlo. Non nascondere l’emendamento nella manovra dei sacrifici (per gli altri) e poi far finta di nulla. Sarò populista, si capisce. Ma non cambio idea. E poi meglio populista che sanguisuga”.

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All’affondo di Giordano ha risposto Claudio Borghi, economista e parlamentare della Lega. “Io sono favorevole per un motivo semplice – ha scritto – se tutti i ministri guadagnano 10 averne qualcuno magari più bravo o che di certo non ha problemi di stipendio (come Crosetto) che guadagna 5 è sbagliato. Poi ovvio che abbiamo avuto anche ministri come Speranza e Lamorgese per cui era troppo anche 1 ma quella è una conseguenza del voto. Dobbiamo veramente fare uno sforzo di pensare che risolveremo qualcosa mazzolando i nostri rappresentanti. Non vanno bene? Li si manda a casa con il voto e magicamente il loro stipendio diventa zero. Ma loro sono quelli che devono essere lì a difendere noi e quindi dobbiamo far si che possiamo almeno sulla carta scegliere gente valida. I palazzi brulicano di gente che grazie al grillismo e al manipulitismo (stessa cosa) ora comandano molto di più, guadagnano molto di più e noi non abbiamo nessuna possibilità di mandarli a casa”.

Non è mancata la contro-replica di Giordano. “Caro Claudio – ha scritto il conduttore – sulla sostanza potremmo anche discutere. È sul tempismo che ho molto da dire. Ma come? Fai una manovra in cui chiedi ‘sacrifici a tutti’ e ci infili un emendamento di nascosto che aumenta lo stipendio ai ministri? Se siete convinti delle cose che dici e scrivi (e non ho motivo di dubitarne) allora lo si dice, si rivendica a testa alta, lo si dice anche in campagna elettorale, si mette nel programma di governo e si fa subito, appena nominati i ministri. Così no. Così io non riesco a digerirlo”.

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