Grande difetto dei cosiddetti esperti è l’uso di un linguaggio difficile, anche quando esso non è necessario. A volte viene il sospetto che questi esperti così facendo vogliano sembrare ancora più esperti. Non è questo il caso di Giorgio Dobrilla, primario gastroenterologo emerito all’ospedale di Bolzano, e già docente all’università di Parma. Grande divulgatore, il professore offre al grande pubblico la sua ultima fatica: il secondo volume di Medicina “Insolita” per Non Medici (C’era Una Volta Editore, Roma, 2018).
Il titolo del libro sintetizza i due principali motivi ispiratori dell’Autore: innanzitutto, privilegiare la medicina “insolita”, cioè quegli aspetti medici trattati poco o superficialmente dai media; e, poi, parlare ai pazienti (anche se, dopo aver letto il volume, nutriamo il fondato sospetto che qualche dottore farebbe bene a darci un’occhiata.).
Nel primo capitolo – Medicina e Società – Dobrilla si sofferma sullo specifico ruolo dei medici per quanto attiene, ad esempio, alla piaga dei falsi invalidi; o sulla reale disparità subìta dalle donne medico; o alla problematica e drammatica (quando non obbligata) scelta dei malati terminali, se morire a casa o in ospedale.
Nel secondo capitolo tratta le “Malattie strane”, argomento interessante e intrigante ad un tempo. Spesso sono vagamente note se non del tutto sconosciute, al grande pubblico. Eppure possono essere fastidiose o difficilmente inquadrabili e curabili: tipo la malattia delle unghie gialle, la stanchezza cronica, le gambe senza riposo, alcune malattie auto-infiammatorie, la sindrome del colon irritabile, il peculiare stress post-traumatico dopo disastri ambientali quali i terremoti.
Nel terzo capitolo sono soddisfatte tipiche curiosità di tutti noi, che però tendiamo a non manifestare al nostro medico, spesso per pudore (molte di queste hanno ovviamente a che vedere con il sesso), o per evitare di infastidirlo con domande che temiamo possano essere sciocche.
Nel curioso capitolo “Notizie che…male non fanno”, ove l’Autore rimarca come ci siano nozioni utilissime per lo star bene, ma poco riprese dai mezzi di comunicazione pur troppo spesso impegnati al sensazionalismo: ad esempio, il valore anti-cancro del movimento fisico, pur sbalorditivo, per qualche misteriosa ragione, passa invece sotto silenzio. In questo capitolo possiamo leggere anche le ingenuità, la confusione e le approssimazioni su alcuni allarmi (o allarmismi), tipo quelli sulle polveri sottili, che andrebbero affrontate però solo realisticamente e senza i preconcetti ideologici degli ambientalisti e, troppo spesso, anche di alcuni magistrati.
Infine, il capitolo sulla “Medicina irrazionale” è in gran parte dedicato all’attuale diàtriba su vaccinazioni, obbligatorietà delle stesse, e autocertificazione. Ad esempio, comunque la si pensi in tema di libertà individuali, se è vero che si ha 1 caso di convulsioni febbrili ogni 3500 individui che si vaccinano contro il morbillo, è altrettanto vero che si ha 1 decesso ogni 1000 individui che contraggono il morbillo: forse non è difficile scegliere. In ogni caso, fosse anche difficile, il libro di Dobrilla aiuta tutti noi a scegliere, tutte le volte che, da profani, siamo chiamati a scegliere. Per noi o per i nostri figli.
Nicola Porro, Il Giornale 3 febbraio 2019