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Miss Olanda è un uomo

Rikkie Valerie Kolle, transgender di 22 anni, è stata nominata Miss Olanda 2023. E sui social infuria la polemica

miss olanda trans

Rikkie Valerie Kolle, transgender di 22 anni, è stata incoronata miss Olanda 2023, dopo un processo di transizione da uomo a donna che è iniziato a partire addirittura dai 16 anni. Il progressivo riconoscimento della propria identità di genere ha spinto la giuria a conferirle nomina, proprio sulla base della sua “storia forte e una missione chiara“.

“Ce l’ho fatta”, ha poi scritto sui suoi canali social la nuova regina dell’Olanda, che continua: “È incredibile, ma ora posso definirmi Miss Netherlands 2023. Sono così felice e orgogliosa che non so come descriverlo”. Kolle ha poi ricordato come il suo percorso di transizione sia iniziato ben prima di 16 anni, quando sin da piccola si definiva donna e, soprattutto, già all’età di 11 anni, decise di cambiare il proprio nome che passò da Rik a Rikkie.

Un percorso di autodeterminazione di sé, che però ha aperto le porte a più che qualche dubbio, da alcuni già ricollegato ad una decisione soprattutto politica, che fondata sul vero obiettivo del concorso. Ne può essere un esempio plastico anche la motivazione – riportata poco fa – della giuria, che ha deciso di premiare la transgender proprio per l’esempio chiaro, per la “storia forte e la missione chiara”. Appunto.

Per approfondire:

Un caso che ricorda quello spagnolo, dove nel 2018 la modella transessuale Ángela Ponce è stata eletta Miss Spagna, titolo che l’ha portata a concorrere per Miss Universo. O ancora, arrivando nel mondo dello sport, il caso emblematico di Lia Thomas, la prima atleta transgender in assoluto a vincere una gara universitaria di massima serie, conquistando il titolo delle 500 yard stile libero femminile ai Campionati di prima divisione dell’American University di Atlanta.

Un caso che ha scatenato le polemiche anche nel mondo dell’atletica, dove poche settimane fa la Federazione mondiale di atletica ha posto un veto sulla partecipazione dei soggetti transgender alle gare, giustificato dal fatto che la “biologia ha la meglio sul genere“, soprattutto se si parla di un individuo nato maschio che ha poi affrontato un percorso di transizione verso il sesso femminile. Ora, è anche il mondo dei concorsi di bellezza ad aver aperto le porte alla comunità Lgbt.

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