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Nella partita delle nomine, perde il sottogretario Buffagni - Seconda parte

Nei giorni scorsi è morto un funzionario dell’Agenzia delle entrate, classe 1962, lascia tre figli. In pochi scriveranno di lui. Il suo primo infarto lo ebbe quando fu rinviato a giudizio per un’inchiesta su una questione interna davvero bagatellare (un passaggio di fascia). L’ultimo colpo al cuore gli è stato fatale. Nella medesima inchiesta ci sono altri rinvii a giudizio per dirigenti e funzionari dell’Agenzia delle Entrate. I giornali quando l’inchiesta partì diedero, come si suol dire, ampio risalto alla vicenda: c’erano tutti gli ingredienti, funzionari dell’agenzia delle entrate, irregolarità, che ahinoi non sono mai presunte e da dimostrare. Questi signori sono funzionari dello Stato, le loro carriere, comunque finisca, sono compromesse. A differenza di Scaglia, vi ricordate la maxi inchiesta Fastweb che si concluse con un nulla di fatto, non hanno il patrimonio e le risorse per fare della loro storia giudiziaria un caso.

È morto un funzionario delle entrate. Dal giorno del suo rinvio a giudizio non ha ancora avuto un’udienza per poter urlare la propria innocenza. E come lui i suoi colleghi. Che a differenza sua sono ancora vivi, ma per la giustizia e l’amministrazione pubblica sono morti che camminano. Così non va.

Nicola Porro, Il Giornale 9 marzo 2019

 

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