Cronaca

No green pass, così si poteva evitare la guerriglia - Seconda parte

Questa la cronaca per quello che ho visto. Ma sono convinta che molti italiani si siano recati in piazza del Popolo, ieri, senza nemmeno sapere che l’intera manifestazione No green pass sarebbe stata, come è avvenuto, eterodiretta da Forza Nuova e dai suoi leader regionali e nazionali, Giuliano Castellino e Roberto Fiore. Dato che in quella piazza nemmeno uno dei tanti loro attivisti, mescolati tra la gente, sventolava una bandiera o uno striscione che ne mostrasse l’appartenenza alla destra estrema. Non erano identificabili ideologicamente nemmeno i manifesti che invitavano alla manifestazione “La Resistenza non ha confini”, girati sui social. Una scelta deliberata, sin dall’inizio. Sul palco, con Castellino unico mattatore, si sono alternati rappresentanti di aziende dell’Emilia Romagna, Veneto ma anche Piemonte e Calabria, con il magistrato Giorgianni che ha annunciato di abbandonare la toga.

Rapidi gli interventi dei supporter, chiamati solo per nome. Uno dei quali ha spiegato: “Sappiamo tutti chi è Castellino, le sue battaglie, ma oggi è un dato che non interessa”. Non so se esista una registrazione completa di tutti gli interventi sul palco, ma sarebbe la prima cosa da ascoltare per capire da chi siano partite le provocazioni e l’invito, esplicito, ad occupare la sede della Cgil. Dato che il vero capro espiatorio indicato alla folla era non tanto il premier Mario Draghi, di certo non amato dai manifestanti, ma la Cgil e il suo leader Landini, sin dal primo momento. E non sembra un caso: tutti gli interventi erano centrati sull’adozione del green pass sul posto di lavoro e sulla mancata difesa dei lavoratori, con l’invito a straccare le tessere dei loro rappresentanti.

Dallo stesso palco di piazza del Popolo gli organizzatori avevano annunciato anche la presenza di un intervento di Monsignor Viganò, che però – ho chiesto anche ad altri amici e colleghi – non siamo riusciti ad ascoltare. Causa forse il pessimo audio dei microfoni a disposizione, oppure quell’intervento non c’è stato? Non siamo riusciti a capirlo, ma certo il nome di Viganò ha contribuito a richiamare tantissime persone a piazza del Popolo, così come quello dell’avvocato Edoardo Polacco. Figura molto celebre anche sui social per le sue posizioni anti obbligo vaccinale e anti green pass.

L’avvocato romano, anche se ha lasciato il palco, insieme all’avvocato Carlo Taormina prima della fine della manifestazione, ci spiega la sua presenza sul palco: “Nessuno mi ha mai avvertito che dal palco sarebbero stati lanciati proclami contro sindacati e contro la Cgil. Non è stato questo il senso del mio intervento, invito tutti ad ascoltarlo. In tutta la mia carriera non ho mai incitato nessuno a commettere azioni violente: da oltre un anno e mezzo mi batto, con altri colleghi, usando come unica arma la legge. Tutti noi sapevamo che la manifestazione doveva essere statica, senza cortei. Non vorrei ci fosse un disegno, da parte di qualcuno, per tentare di reprimere ogni forma di dissenso democratico”.

Beatrice Nencha, 10 ottobre 2021

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