Società

“Non ho voglia di vivere”. Come è civile l’eutanasia dei sani

Perché per porre fine alla propria vita si deve sempre ricorrere a sotterfugi per lo più criminalizzati almeno moralmente?

eutanasia © Fat Camera tramite Canva.com

Non capisco perché si dibatta sempre sull’eutanasia. Quando si è gravemente malati, al limite delle forze fisiche e psichiche, chiedere di porre fine alla propria vita non andrebbe neanche discusso. Si dice che della vita ognuno può fare quello che vuole. Perché non dovrebbe essere lo stesso per la morte? Forse ci sono troppi interessi sul fine vita: ricoveri, hospice, cannucce, flebo, antidolorifici, farmaci, macchinari. Un business plan che, oltre alla nostra vita, implica anche la nostra morte. Il problema è un altro. Perché, in questo mondo dove dobbiamo firmare qualsiasi cosa per vivere nessuno ci chiede niente quando veniamo al mondo?

Nessuno scontrino, nessuna ricevuta, nessun questionario da compilare.

Siamo catapultati qui e dobbiamo vivere. È la Natura. Così dicono. Ma quando qualcuno, in totale lucidità e libera scelta, è stanco di vivere? Le ragioni possono essere le più diverse. Non tutte dipendono da una malattia mentale o da uno stato di depressione. Ogni giorno, ogni cosa che facciamo, anche la migliore, se non è per fare più bello il mondo, è soltanto per ingannare la noia. Possiamo chiamare con mille parole questo inganno: lavoro, impegno, soldi, ma com’è allora che chiunque di noi non vede l’ora di arrivare al weekend? Il fatto è che al lunedì ci giustifichiamo con il lavoro che facciamo, ma la domenica? Meno male, che il lunedì mattina arriva la domenica pomeriggio.

Ma è incivile che ogni essere umano – non gravato da malattie psichiche – non sia libero di recarsi in un ospedale o in una clinica e decidere, sano di mente, di togliersi la vita. Abbiamo firmato per nascere? No. Ce lo ha chiesto qualcuno? No. E allora perché, in questo mondo di libertà, non c’è la libertà più grande? È vero ognuno è libero. Puoi buttarti sotto la metropolitana, ma perché bloccare il traffico dei pendolari per poi ritrovarsi il giorno dopo con un trafiletto sul giornale? “Ieri A.B. , sempre le iniziali, si è buttato sotto la linea 4. Il traffico è stato ripristinato dopo 1 ora”. Perché importunare gli altri? Lo stesso vale per i treni, i ponti, le autostrade. In una società davvero civile, in una democrazia, in cui a comandare è il popolo (da demos e crazia) non è possibile una eutanasia da vivi?

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È questa la nuova lotta civile da combattere. L’eutanasia da sani. Con tutto il rispetto per chi sta male. Ma c’è anche chi è stanco di stare al mondo per tante ragioni. Raggiungere un proprio caro defunto, vedere per curiosità cosa c’è dall’altra parte, la solitudine, l’incomprensione di un mondo che se lo accetti così com’è come minimo sei un idiota. Perché per porre fine alla propria vita si deve sempre ricorrere a sotterfugi per lo più criminalizzati almeno moralmente? Basterebbe firmare un foglio: “Non ho più voglia di vivere”. Una iniezione fetale e in pochi minuti tornare dove nessuno ti ha chiesto di andartene. Io lo trovo oltre che civile, anche cristiano.

Gian Paolo Serino, 14 febbraio 2024