Articoli

Non vaccinarsi=morire. Sicuro? - Seconda parte

Cosa ci dicono i dati?

I dati sia statistici sia delle cronache, indicano che sotto una certa età, diciamo sotto i 50 anni, i rischi di questi trattamenti o vaccini Pfizer o Moderna (non solo AstraZeneca) sembrano a molti forse maggiori del rischio Covid. Perché gli italiani sotto i 50 anni e non già malati cronici che siano morti Covid sono stati solo due o trecento di numero. E quelli in questa fascia di età che risultano ora dalle cronache come morti improvvisamente post vaccinazione sono alcune centinaia se si sommano i casi di cronaca.

Per un cinquantenne quindi, per non parlare poi di un giovane, non essendo veramente a rischio Covid, preoccuparsi delle reazioni avverse al vaccino è perfettamente razionale in base ai dati disponibili. Per l’85% circa della popolazione, diciamo per tutti quelli sotto i 65 anni e non già malati, la Covid-19 non è mai stata un rischio statisticamente rilevante. Senza contare che secondo molti medici può essere affrontato con cure precoci e trattamenti che le autorità non considerano, come l’Ivermectina. Contro i casi avversi dei vaccini invece non c’è cura.

Ci sono ora nelle cronache locali, ma non nelle pagine nazionali fatto salvo alcuni casi con AstraZeneca mesi fa, casi di persone non malate e non anziane e fragili che muoiono di colpo o vengono ricoverate d’urgenza dopo la vaccinazione.  Il fatto che si “escluda correlazione” con la vaccinazione avvenuta qualche giorno prima non rassicura i congiunti o amici e conoscenti del trentanovenne scomparso. I decessi improvvisi di queste persone sotto i 65 anni e non già malate susseguenti alla vaccinazione sono in Italia presumibilmente alcune centinaia. Non sono dieci o venti. L’incidenza statistica è ovviamente molto bassa sulla popolazione, ma anche l’incidenza dei decessi Covid lo è sempre stata, per la maggioranza della popolazione che non era già malata o molto anziana.

Perché Draghi ha sbagliato

Il premier Draghi quando parla di “morire di Covid se non si è vaccinati” sembra non sappia che i morti Covid in media avevano 81 anni e nel 90% dei casi almeno due patologie. Per gli italiani sotto i 65 anni l’incidenza dei decessi Covid è nell’ordine di un caso su 10 mila (rispetto alla popolazione). Non si capisce perché debbano vaccinarsi per forza, visto che il rischio con il vaccino Pfizer o Astra Zeneca esiste, anche se il governo e i grandi media non ne parlano.

Essere vaccinati, come ormai tutti riconoscono, non significa neanche che non ti contagi e non contagi altri, perché il virus si diffonde comunque, con o senza lockdown e con o senza vaccinazione alla fine. Lo provano l’Inghilterra e Israele dove i contagi tornano a salire e tutti i media mondiali sono piene di storie su vaccinati che risultano positivi o anche che si ammalano.

Ogni cittadino in base alla sua salute ed età, ha diritto a scegliere il trattamento sanitario che ritiene appropriato per il proprio corpo valutando i rischi relativi. Per altri farmaci e altri vaccini influenzali o per andare in paesi tropicali non risultano così tanti “casi avversi” come per questi nuovi vaccini. Non è una questione solo di politica generale, qui parliamo anche della nostra salute e della nostra stessa libertà di muoversi, lavorare, studiare che viene limitata da un anno e mezzo senza risultati, anche dopo una campagna di massa a favore della vaccinazione. E in più ora con “casi avversi”  che sono connessi alla vaccinazione.

PaginaPrecedente
PaginaSuccessiva
Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it

LA RIPARTENZA SI AVVICINA!

SEDUTE SATIRICHE

www.nicolaporro.it vorrebbe inviarti notifiche push per tenerti aggiornato sugli ultimi articoli