La posta dei lettori

Ogni giorno in ospedale da mio figlio disabile. Caro Porro, denuncio un’ingiustizia

© MSRPhoto, Fahroni e federico cardaio tramite Canva.com

Buongiorno,

mi chiamo Giuseppe e sono il padre di un ragazzo di 21 anni che è costretto a trascorrere le sue giornate in ospedale. Mio figlio era un ragazzo sano e forte che purtroppo ha subito un grave incidente ed è rimasto paralizzato per molti mesi ed è tuttora ricoverato in una unità spinale della Lombardia.

Le scrivo questa mail perché mi trovo a vivere una situazione abbastanza incredibile e surreale visto che ormai da mesi trascorro le mie giornate in ospedale per stare vicino a mio figlio ed aiutarlo, per quanto possibile, ad affrontare questa prova durissima che la vita gli ha messo davanti. Fortunatamente ho la possibilità di trascorrere molto tempo con lui, rinunciando anche al lavoro (sono libero professionista) ma questo comporta una serie di spese che stanno diventando veramente gravose e purtroppo non recuperabili.

Parlo ed esempio dei costi per il carburante e l’autostrada che ovviamente sono necessari per raggiungere l’ospedale dalla nostra abitazione a cui si aggiunge però un costo che faccio veramente fatica a comprendere. Mi riferisco al parcheggio dell’ospedale nel quale è ricoverato mio figlio. Da quando è iniziata questa tortura, ho infatti speso centinaia di euro per poter lasciare l’auto nel parcheggio degli ospedali nei quali è stato ricoverato mio figlio. Ho chiesto se esistono agevolazioni o convenzioni che mi potessero in qualche modo alleggerire l’onere ma la risposta è sempre stata negativa.

Inoltre faccio presente che questi ospedali non hanno altri parcheggi nelle immediate vicinanze e quei pochi stalli di sosta gratuiti sono sempre occupati dai residenti del luogo. Ora le chiedo se le sembra normale e tollerabile, in un paese che si definisce civile e sensibile alle problematiche dei disabili, costringere le famiglie che stanno già vivendo un dramma che nessuno dovrebbe affrontare, a dover anche spendere cifre assurde per poter stare vicine ai propri cari più sfortunati.

Personalmente e aggiungo fortunatamente non ho mai chiesto nulla allo Stato italiano e alle istituzioni di questo paese ma ora che mi trovo in questa situazione mi sono reso conto che troppo spesso diamo per scontate molte cose e ci illudiamo di vivere in una paese civile quando in realtà non frega niente a nessuno dei deboli, dei malati e delle persone realmente in difficoltà e trovo vergognoso dover chiedere una cosa che pensavo fosse scontata e assolutamente riconosciuta a chi si trova, suo malgrado, in una situazione di questo tipo.

Buon lavoro e grazie per l’attenzione
Giuseppe

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