Esteri

“Oltre 3 ore con Putin”. Cosa c’è dietro la missione dell’uomo di Trump

Steve Witkoff avrebbe avuto un lungo colloquio con il presidente russo: sul tavolo uno scambio di prigionieri ma non solo

Putin Trump © towfiqu barbhuiya e MarianVejcik tramite Canva.com

Uno scambio di prigionieri, ma non solo. Qualcosa si muove sul dossier Ucraina, significativo quanto accaduto nelle scorse ore a Mosca. Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump che si è recato in Russia per il rilascio del cittadino statunitense Marc Fogel, ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin per 3 ore e mezza. La notizia è stata lanciata dal giornalista di Fox News Sean Hannity nel corso di un’intervista con il segretario di Stato Usa Marco Rubio: “Il presidente Zelensky ha detto di essere aperto a un accordo. Ora, Vladimir Putin non ha ottenuto nulla in cambio – a quanto mi risulta – per il rilascio di questo ostaggio. Steve Witkoff è andato, a quanto pare ha incontrato per tre ore e mezza Vladimir Putin, e ha riportato a casa l’ostaggio, e credo che sia spettacolare”, ha detto il giornalista, chiedendo poi cosa si possa dedurre e se si tratti della “fine della guerra in Europa”.

“In fin dei conti, in tutto il mondo abbiamo a che fare con leader forti. Possono non piacerci o non piacerci, ma sono leader forti che rispettano la forza. Ed è quello che abbiamo con Donald Trump alla Casa Bianca”, ha detto Rubio. Ma c’è subito un dato da mettere in risalto. Oltre alla liberazione di Fogel, il blitz di Witfkoff ha segnato la prosecuzione dei dialoghi ufficiali tra la Casa Bianca e il Cremlino dopo la telefonata che Trump avrebbe fatto a Putin. Per il momento da Mosca non sono arrivate conferme: “Non ho nulla da dirvi su questo argomento. Non ho informazioni”, ha commentato il portavoce Dmitry Peskov nel corso di un punto stampa.

La visita di Witkoff a Mosca è la prima dalla missione dell’allora direttore della Cia Williams Burns nel novembre del 2021. L’obiettivo – ufficiale – è stato centrale, considerando che l’americano Fogel è stato liberato. L’uomo, professione insegnante, era stato  arrestato con l’accusa di aver portato marijuana a uso terapeutico in Russia nell’agosto del 2021 e condannato a 14 anni di carcere nel giugno del 2022. La liberazione è avvenuta nel quadro di “uno scambio” di cui non è stato reso noto altro.

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Per il momento Mosca tiene a tirare il freno rispetto alle attese sulla trattativa per la pace con Usa e Occidente. A pochi giorni dal terzo anniversario di guerra in Ucraina, Peskov ha tenuto a precisare che il Cremlino non sarebbe disponibile a uno scambio di territori per arrivare al cessate il fuoco. “Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio” la sua precisazione. Una doccia fredda considerando l’apertura di Volodymyr Zelensky ai microfoni del Guardian. Riflettori accesi sul Kursk, che i russi vorrebbero riprendere con la forza – ossia con la guerra – più che con il negoziato.

La decisione su quando parlarsi e incontrarsi la prenderanno Donald Trump e Vladimir Putin, ha rimarcato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Sia il presidente americano che il presidente russo hanno espresso la loro disponibilità a colloqui telefonici e a un incontro di persona: “Pensate davvero che tutto il mondo stia aspettando questo incontro? A me sembra di no. Ci sono persone che ritengono che comunicazioni fra Mosca e Washington vadano contro i loro interessi”, ha aggiunto, citando l’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas. “Si sono resi conto di quale sia la posizione nella gerarchia del mondo in cui si sono relegati. Non sarà facile uscirne”, ha proseguito Lavrov.

Nelle scorse ore è arrivato anche il commento di Zelensky. Secondo il presidente ucraino “Putin non si sta preparando per la pace, continua a uccidere ucraini e a distruggere città” ribadendo che “solo misure forti e pressioni sulla Russia possono fermare questo terrore”. “In questo momento abbiamo bisogno dell’unità e del supporto di tutti i nostri partner nella lotta per una giusta fine di questa guerra” ha concluso il numero uno di Kiev.

Franco Lodige, 12 febbraio 2025

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