Cultura, tv e spettacoli

Ossessione Report

La storica trasmissione di Rai3 ha ormai preso come bersaglio gli esponenti del centrodestra

Ranucci report

Si può fare opposizione al governo in molti modi: scioperando al venerdì, urlando all’Italia patriarcale, strumentalizzando le tragedie, bersagliando i rappresentanti dell’esecutivo per vicende familiari, o semplicemente per la fermata di un convoglio ferroviario. Tutto fa brodo pur di andare contro chi governa, tutto è consentito. Tutto, eccetto fare proposte serie e costruttive nell’esclusivo interesse della collettività, che poi è quello che normalmente dovrebbe fare l’opposizione.

Può altresì accadere che si cerchi di delegittimare l’operato di un esecutivo attraverso trasmissioni televisive e inchieste giornalistiche create ad hoc per colpire questo o quel partito, piuttosto che questo o quel personaggio politico. Tutti rigorosamente di centrodestra ovviamente. È questo il caso di Report, programma simbolo del giornalismo d’inchiesta Rai, ideato da Milena Gabanelli e condotto da Sigfrido Ranucci.

Ebbene, la redazione della trasmissione televisiva, in onda ogni domenica in prima serata su Rai3, sembrerebbe avere un particolare occhio di riguardo nei confronti degli esponenti dei vari partiti di centrodestra, siano essi nazionali o locali. Tutte le inchieste giornalistiche proposte sinora dal programma Rai sono infatti state incentrate su politici riconducibili all’area di governo: da Salvini a La Russa, da Gasparri a Santanchè, passando per Zaia, Brugnaro (sindaco di centrodestra di Venezia), Albano (assessore di centrodestra della Regione Siciliana), Cuffaro (segretario nazionale Dc, alleato del centrodestra in Sicilia), e giungendo finanche al defunto Silvio Berlusconi.

Unica eccezione Matteo Renzi, ma l’ex rottamatore, si sa, è ormai da tempo considerato uomo di destra dai duri e puri progressisti della sinistra, quella vera, tutta falce, martello e rolex. La sinistra, appunto. Nessun approfondimento di Report ha mai neppur lontanamente sfiorato personaggi politici di partiti o movimenti d’opposizione, rossi, gialli o fucsia che siano.

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A questo punto, verrebbe quasi da pensare che il Tribunale della Santa Inquisizione Progressista con il suo Torquemada, il mitico compagno Ranucci, nutrano una certa simpatia, o meglio, un’autentica e sconfinata passione, nei confronti delle vicissitudini degli impuri eretici centrodestrosi. Al contrario, l’infallibile tribunale rosso non pare minimamente disposto a riservare qualsivoglia genere di attenzione ad alcun politico di centrosinistra. Tutti in odor di beatitudine evidentemente. E pensare che, da un anno a questa parte, i casti compagni di Viale Mazzini non perdono occasione per denunciare a gran voce le presunte epurazioni e la pseudo-occupazione da destra della Rai. Pardon “TeleMeloni”.

Nel frattempo, però, continuano a fabbricare inchieste e approfondimenti giornalistici al solo scopo di dare addosso a un centrodestra che, evidentemente, i rossi progressisti non riescono proprio a contrastare sul piano politico. Il tutto, chiaramente finanziato dalle generose tasche dei contribuenti italiani. E come sempre, paga Pantalone.

Salvatore Di Bartolo, 29 novembre 2023