Cultura, tv e spettacoli

Pagarle il conto è sessista: l’assurda polemica dell’influencer

La star tv Abbie Chatfield non ha gradito il menù senza prezzi in un ristorante a Venezia. E lancia l’accusa di sessismo

Cultura, tv e spettacoli

Che i cannoni smettano di rombare, i carrarmati di cingolare, i missili di sibilare, le bombe a grappolo di crepitare. Abbiamo una nuova martire. Ma no, che andate a pensare, niente stucchevoli storie di donne ucraine maciullate, che noia che barba che noia, niente di tutto questo; qui c’è qualcosa di più epocale. Perché investe in pieno la condizione millenaria della donna nell’Occidente.

Menù “sessista”

E l’epicentro, manco a dirlo, è la vergognosa Italia, la Serenissima che ha fatto inquietare, e non poco, certa Abbie Chatfield, di professione influencer, che può permettersi i migliori bar di Venezia e quindi non ci sta quando le portano due menu, uno per lei uno per il fidanzato, e scopre, con orrore, che sul suo non ci sono i prezzi: come sarebbe? Come osate, ringhierebbe Greta. Cioè io donna donna donna non posso sapere cosa mi costa un prosecco, una cenetta? Cioè io mi farei mantenere? Cioè io sarei una poco di buono? Ma questo è patriarcato, è sessismo, è fascismo!

La logica è quella che è, ma so’ influencer, si sparano le pose. Del resto, Abbie è glorificata per il suo gesto: una tipa, in evidente trip da invidia, l’ha definita “forte, ironica, ma anche consapevole delle sue qualità. Una che su Instagram si definisce un demone in forma umana”. L’ha scritto davvero, e con ammirazione che ricorda quella dei cronisti piddini per Draghi. Anche perché, aggiunge l’agiografa, Abbie è superpagata ottenendo 250 mila visualizzazioni a story e si è appena comprata un cottage da un milione e mezzo a Brisbane. E, a scanso di equivoci, nella coppia quella che comanda è lei. Sarà contento il fidanzato, falegname.

Nuove battaglie femministe

Lei si spara le pose, lui le seghe: unicuique suum. E poi paga lei. Se vuole. E non vuole sentire ragioni, ha un bel rispondere il povero Cipriani che in Italia si usa ancora la galanteria, che un menu senza euro per le signore è una delicatezza, poi facessero come vogliono, al limite si possono scambiare le liste: niente, Abbie, questa Giovanna d’Arco della svaccanza, s’incazza di più. Menate per il menu. La ragazza sgrana gli occhioni e freme in tutto il suo belvedere; è impegnata in battaglie femministe, si è pure tatuata la parola sul braccio, ed è notorio che la causa femminista passa per il Boujee di Venezia, dove possono mettere piede solo gnomi di Davos e influencer con due tette così. Del resto, non è sola, anzi c’è un movimento di gnocche che spingono per le pari opportunità del conto, una è Agustina Gandolfo, moglie del calciatore Lautaro Martinez, un’altra che del basso profilo ha fatto la sua bandiera: difficile trovarla sui social senza le borracce, chiaramente gonfiate, in evidenza.

Un po’ diverse dagli anni ’70, dalle Livia Turco e Grazia Francescato che, struccatissime e in calze a rigone verdi su zoccoloni olandesi e palandrane combattenti, perdevano anni a discutere di orgasmo clitorideo o vaginale: queste simili dilemmi esistenziali non se li sono mai posti, postano natiche e zinne en plein air e dicono che è per la causa dell’emancipazione. Del resto, se un tempo la rivoluzione passava per il buco del culo (Luciano Parinetto, Angela Azzaro, Aldo Nove), oggi invece pure, però via Instagram.

Paladine in cerca d’autore

La realtà è che certe paladine di loro stesse non sanno più che inventarsi, sono aziende in tette e culo (scusate, palati fini del politicorretto, ma di questo si tratta) e, come in ogni azienda, se gli affari non crescono, diminuiscono e se diminuiscono troppo si chiude bottega; e poi rimane la sega del compagno falegname. Per cui ogni occasione è buona, oggi c’è il menu patriarcale, domani ce ne inventiamo un’altra. E del destino delle donne, ammazzate in guerra, sfasciate nei campi di prigionia, consumate dalle moderne schiavitù o semplicemente umiliate da una bolletta stellare che non potranno pagare, alle Abbie, Agustina e compagnia postante, non gliene può importare di meno: quello che stanno facendo, è rimarcare uno status, io sono ricca, posso comprare quello che voglio non so fare niente ma ho milioni di seguaci e non sono in alcun modo come voi: state nel vostro inferno, che poi ci penso io a tutelarvi, su Instagram, naturalmente a tariffa.

Adesso si attende un vibrante, vibratorio intervento della sardina Mattia, non appena si sarà ripreso dallo strazio di due oche trucidate dai cani di un compagno agricolo. Trattandosi sempre di animali di fattoria, non potrà esimersi, ovviamente “a nome del gruppo Pd del consiglio comunale di Bologna”. Così Abbie saprà che gli italiani non sono tutti dei bestioni che vogliono offrire cene per portarsela a letto, ci sono anche gentiluomini che le cene se le fanno pagare e poi vanno a giocare a frisbee.

Max Del Papa, 7 aprile 2022

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