Cultura, tv e spettacoli

Paola Egonu ha veramente rotto le balle

Cara pallavolista: un po’ meno selfie, pianterelli, interviste a Vanity Fair e un pochino più di realtà

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Nel giorno in cui l’Economist ci spiega che la nostra democrazia è diventata più fragile per colpa del governo Meloni, dobbiamo sorbirci anche l’intervista di Paola Egonu. La pallavolista, infatti, racconta in prima pagina della sua infanzia tremenda e di come una maestra cattiva le fece fare la pipì addosso: insomma, la sua intervista a Vanity Fair è una lamentela continua.

Egonu dice di aver vissuto di merda in questo Paese: “L’Italia è razzista” e ovviamente la colpa è della Meloni e dei leghisti. Ma l’eroina della sinistra non si ferma qui: dice che non vuole fare un figlio in Italia perché se nasce nero sarebbe un disastro e se invece nasce mulatto non verrebbe considerato fico né dai neri né dei biacchi.

Ragazzi, in un Paese che non vuole avere figli i problemi sono altri. Non una signora di grande successo che fa il suo pianterello su Vanity Fair e tutto il mondo le sta al cospetto.

Ieri, ad esempio, sono andato a presentare il mio libro a Sovico e ho incontrato una signora che mi ha detto che suo figlio invalido al 100% prende €385 al mese di accompagnamento. Ci sono persone che hanno situazioni di disagio mostruose, ma i giornali dedicano le loro prime pagine alla lagna della campionessa Egonu che dice di non volere un figlio nero o mulatto. Ma di che cazzo stiamo parlando?

E nessuno provi a dire che questa signora ha un problemino, perché ogni critica diventa un presupposto per dire che l’Italia è un paese razzista. Qui l’unica cosa razzista è non riconoscere il fatto che, in Italia, ci sono bambini che non sono né neri né mulatti e hanno, ahimè, situazioni disastrose. Eppure i loro genitori sono ugualmente felici della loro esistenza e orgogliosi di averli messi al mondo.

Cara Egonu, un po’ meno selfie, pianterelli, interviste a Vanity Fair e un pochino più di realtà. Per carità, lo dico io che sono completamente scollegato dalla realtà, ma di certo non a questi livelli.

Nicola Porro, 4 febbraio 2023

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