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“Passata la linea italiana”. Cosa prevede il nuovo piano Ue sui migranti

Ieri il vertice a Palazzo Chigi tra Giorgia Meloni e Olaf Scholz. Via libera al nuovo piano Ue sui migranti

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È durato un’ora e mezzo il colloquio a Palazzo Chigi tra il presidente Giorgia Meloni ed il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. I nodi dell’incontro sono stati essenzialmente due: si è discusso del patto di stabilità, affiancato alla “ottima collaborazione” in corso tra Italia e Germania quali membri Nato, dell’Ue e del G7, fino ad arrivare alla questione più spinosa, almeno per Roma. Ovviamente quella migratoria.

Vertice Meloni – Scholz

Pochi giorni fa, il presidente del Consiglio è stata in Tunisia. L’obiettivo dell’esecutivo italiano è quello di agire da mediatore tra lo Stato africano ed il Fondo Monetario Internazionale, proprio per sbloccare il prestito da 1,9 miliardi per sanare il bilancio in rosso di Tunisi. Un eventuale crac finanziario del Paese, infatti, avrebbe le sue ripercussioni proprio nei confronti dell’Italia, la quale sarebbe ulteriormente oggetto di nuovi ondate di migranti, già annessi a quelli libici. Una situazione che, nei fatti, renderebbe il Bel Paese il “centro di raccolta dei migranti Ue”, come esplicitamente ribadito dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Sotto questo profilo, Scholz sembra fare sponda a Giorgia Meloni. Il cancelliere tedesco non ha solo affermato che le regole del patto di stabilità siano ormai “superate”, ma è proprio sul tema immigrazione che sembra convergere totalmente con Roma. Il cancelliere tedesco, infatti, ha sancito chiaro e tondo l’impegno italiano nel salvare vite in mare, specificando però che, da sola, Roma non potrà farcela. E anzi, Scholz ha espresso la sua fiducia nel trovare “una risposta comune europea sul tema dei rifugiati”, impegnandosi nell’obiettivo di creare “corridoi legali per personale qualificato”, ma “chi non ha diritto a rimanere deve tornare nel suo Paese“.

L’intesa sui migranti

Un messaggio che è stato recepito anche nel Consiglio Affari Interni tenutosi ieri a Lussemburgo. Dopo un’iniziale freddura di Piantedosi, che in giornata aveva confessato come vi fossero stati sì progressi, ma non ancora soddisfacenti, per il via libera al nuovo patto immigrazione e asili. È arrivata invece la decisione definitiva in tarda serata e, secondo il portavoce del ministro italiano, sarebbe passata la linea italiana.

Il nuovo Patto Ue sui migranti è articolato su due grandi capitoli: la revisione delle procedura d’asilo (Apr, che dovrà essere esaminata entro 12 settimane) e la gestione dell’asilo e della migrazione (Ammr), con l’individuazione di Paesi terzi non di origine verso i quali sia possibile portare i migranti espulsi (lo stesso accordo che il Regno Unito di Boris Johnson fece col Ruanda). Decisiva è anche la previsione di un bacino di 30mila ricollocamenti l’anno. Gli stati membri che non vorranno partecipare al meccanismo potranno farlo ma pagando una ‘una tantum’ per ogni migrante non accolto.

Per approfondire:

Ora, il Consiglio ha stabilito il suo mandato negoziale e l’approvazione definitiva sarà riservata al Parlamento Europeo. Piantedosi rimane comunque fiducioso: “Abbiamo ottenuto la creazione di un fondo europeo per Paesi terzi di origine e transito dei flussi, abbiamo evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Stati e per la prima volta in Ue i casi Sar saranno considerati sotto la responsabilità dell’Unione”. Infine, conclude il ministro, “siamo riuscito ad ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne”, raggiungendo “l’intesa su misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa delle procedure di frontiera”.

Matteo Milanesi, 9 giugno 2023

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