Scuola

Per la sinistra è vietato studiare la Patria a scuola

Il Ministero dell’Istruzione ha annunciato l’ultima novità scolastica per educazione civica. Barricate a sinistra

scuola educazione civica © JasonDoiy e Fabianodp tramite Canva.com

In principio era il Merito a scatenare la rabbia e l’indignazione di una sinistra tutta chiacchiere, distintivo e livellamento verso il basso. Adesso, a mandare letteralmente in tilt le opposizioni è un concetto alquanto ovvio, ma mai veramente digerito a determinate latitudini. Un vero e proprio tabù per i nostrani progressisti fautori del mondialismo dilagante e delle società aperte: la Patria. Un concetto peraltro espressamente richiamato dalla nostra carta costituzionale, che, all’art. 52 recita testualmente: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

Ma, evidentemente, non per le sinistre wokiste. Per costoro è un delitto persino utilizzarlo il termine Patria, figuriamoci l’idea di potersi adoperare fattivamente per la sua difesa. E ciò, nonostante per gli italici progressisti sia ormai un’abitudine consolidata quella di rifarsi ad ogni occasione utile alla Costituzione e sbandierarne a gran voce la matrice antifascista. Ma tant’è.

Così, è bastato che il Ministero dell’Istruzione e del Merito prevedesse tra le linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica la trattazione di concetti quali Patria, identità nazionale, cultura del dovere e rispetto per l’autorità degli insegnanti, per risvegliare l’ira funesta delle opposizioni e rispolverare il solito vecchio spettro del fascismo. Una vera e propria ossessione per quelle sinistre per cui ogni riferimento al merito è di per sé da considerarsi discriminatorio, se non addirittura reazionario, per cui dovere e rispetto sono sinonimi di autoritarismo, e qualsiasi richiamo al sentimento patriottico coincide inevitabilmente con un rigurgito di nostalgia verso il ventennio.

Sulla base di tali deliranti presupposti ideologici è alquanto evidente immaginare come anche trentatré ore annue di educazione civica, di cui solo un’esigua parte sarà spesa a parlare di Patria e identità nazionale, data anche la moltitudine degli obiettivi di apprendimento da perseguire, possa rappresentare un serio pericolo per la democrazia e celare dietro di sé il subdolo tentativo di attuare una trasformazione ideologica della scuola. In linea teorica, quel che si teme è dunque il rischio di un indottrinamento ideologico degli studenti proveniente da destra. Praticamente, ciò che la sinistra, da Gramsci in poi, prova a fare da sempre.

Salvatore Di Bartolo, 30 agosto 2024

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