Politiche green

Perché l’Italia non può fare la paladina degli euro-estremismi green

© FarukUlay, Boonyachoat e GoodLifeStudio tramite Canva.com

Nessuno mette in discussione che ci siano dei cambiamenti di temperatura e climatici, ci sono sempre stati, sono fenomeni naturali. Quel che noi altri mettiamo in discussione è che la causa di questi cambiamenti sia attribuibile all’attività umana e che sia misurabile eventualmente in che percentuale.

Sulla base, quindi, di una “ipotesi non verificata” e probabilmente non verificabile l’Unione Europea in primis (a trazione socialista da anni) sta forzando la mano con un disegno dirigista che parte da lontano e che ormai sta entrando nelle nostre città, nei nostri risparmi, limitando la libertà, distruggendo intere filiere produttive. Lo scopo, nemmeno nascosto, è quello di proibire con la forza l’utilizzo di un mezzo di trasporto privato e/o di sostituire i motori delle auto private termici con quelli elettrici, il che – tra l’altro è impossibile su scala globale e per tutti i mezzi di trasporto.

Il tutto senza un piano di costruzione di nuove centrali nucleari di ultima generazione, perché la parola “nucleare” nei documenti europei è paradossalmente un tabù, quando ormai è chiaro che il futuro energetico del pianeta dipenda in massima parte proprio dalla ricerca e utilizzo dell’energia nucleare. Allora un conto è combattere l’inquinamento – su cui tutti siamo assolutamente d’accordo – un altro è voler “combattere e mitigare” i cambiamenti climatici sulla base di una ideologia e fare dell’Italia la start up degli eco-estremismi voluti dalla sinistra europea.

Non è provato poi che le politiche adottate dalla Ue possano raggiungere l’epico obiettivo di “mitigare il cambiamento climatico”, tutt’altro semmai, visto che nessun altro continente ci sta seguendo. L’Italia, che tra l’altro, ha abolito la possibilità di installare centrali nucleari dal 1990, si sta facendo invece paladina di queste scelte prepotenti e ottuse decise dalle forze di centro sinistra nel Parlamento Europeo. Vediamo un atteggiamento troppo timido sulla materia da parte del governo italiano, che non sembra voler contrastare le scelte della sinistra, nonostante le forze che lo compongono in Europa abbiano invece condotto una dura battaglia di buon senso contro gli estremismi.

Questo si può comprendere solo pensando male e cioè all’enormità di denaro che stiamo ricevendo da Bruxelles – l’Italia è l’unico stato in Europa ad aver chiesto ed ottenuto quasi ben 240 miliardi per il nostro famigerato PNRR, con un distacco gigantesco rispetto a tutti gli altri stati europei – a noi sembra ormai chiaro che siamo sotto ricatto. Tutto questo impatta sulle nostre vite in modo violento, sulle nostre libertà. Va sostenuto il dibattito sui cambiamenti climatici, facendo confrontare i sostenitori delle conclusioni dell’IPCC con il gruppo dei 1600 scienziati, tra cui anche premi nobel, che invece quelle conclusioni – con dovizia di numeri e dati – contestano.

Inoltre attraverso una mobilitazione nazionale vanno contrastate scelte stolte, prepotenti, inutili sotto il punto di vista ambientale, che i governatori regionali ed i Sindaci stanno mettendo in pratica colpendo e ricattando i cittadini italiani. In Piemonte abbiamo dato il nostro contributo alla marcia indietro della Regione sull’inibizione alle auto private diesel fino alle euro 5, a Roma stiamo organizzando un referendum consultivo contro la delibera del sindaco Gualtieri sull’allargamento della Ztl fino a quasi tutta la Capitale. È così va fatto ovunque.

Il nostro auspicio è che ci sia una presa di posizione coerente a quella presa in Europa del governo italiano e delle forze politiche che lo compongono e delle giunte regionali e comunali di centro destra.

Andrea Bernaudo, presidente di Liberisti Italiani

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