Politica

Perché Meloni fa bene a mollare Pozzolo

meloni pozzollo

Il 2023 è stato senza ombra di dubbio l’anno della definitiva consacrazione di Giorgia Meloni. Contro ogni pronostico la presidente di Fratelli d’Italia è infatti riuscita a governare il Paese con buonsenso e pragmatismo, a mantenere intatto nell’arco dell’intero anno il livello record di consenso fatto registrare alle ultime Politiche, e, al contempo, ad affermarsi sulla scena politica internazionale acquisendo prestigio e credibilità.

Atlantista convinta, europeista quanto basta, moderata più del previsto, ma comunque sempre capace di tirare fuori gli attributi se necessario, la Meloni ha dimostrato di possedere una leadership invidiabile, ottime doti comunicative, grande maturità politica e una spiccata propensione verso l’attività di governo. Serietà, concretezza, coerenza e affidabilità hanno contraddistinto questo suo primo anno da presidente del Consiglio, costellato peraltro da una sfilza di importanti risultati conseguiti in ambito economico e occupazionale. Poco o nulla da rimproverare dunque a Giorgia Meloni, tanto da un punto di vista squisitamente politico, quanto sul piano strettamente personale.

Peccato, purtroppo, che spesso e volentieri la reputazione e il buon governo della leader di FdI siano stati macchiati da episodi riconducibili a persone a lei vicine (personalmente o politicamente), non altrettanto capaci di reggere il gravoso peso che risiede nel governare un grande Paese come l’Italia. Diversi i casi da poter citare, il più emblematico, e al contempo l’ultimo in ordine di tempo, è quello del deputato vercellese Emanuele Pozzolo, finito nel tritacarne mediatico dopo l’incidente della notte di Capodanno, allorquando un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola ha ferito il genero di un membro della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro. Incidente che, tra l’altro, è costato un’accusa di lesioni aggravate al deputato di FdI.

Orbene, premesso che quello di Emanuele Pozzolo è un caso privato e non politico, e che saranno le autorità competenti a ristabilire la verità dei fatti e ad accertare le eventuali responsabilità del deputato, permane comunque una questione “etica” che Giorgia Meloni non può e non deve ignorare. A prescindere da chi abbia impugnato l’arma dalla quale è partito il colpo, in qualità di parlamentare della Repubblica, Pozzolo non avrebbe dovuto esporsi a un simile rischio. E non già perché il caso ha voluto che quel colpo ferisse accidentalmente un uomo (della cui salute, in realtà, pare importare a pochi).

Poco o nulla sarebbe cambiato se qualcuno avesse filmato o fotografato Pozzolo intento ad impugnare un’arma da fuoco la notte di Capodanno. Perché se di mestiere fa il parlamentare, peraltro di un partito governo, perdipiù di FdI, certe cose devi proprio evitarle. Piaccia o meno. E questo vale per Emanuele Pozzolo, ma vale allo stesso modo per tutti gli esponenti del principale partito di governo, i cui atteggiamenti, in questo ultimo anno, sono riusciti a creare più di una volta imbarazzi a Giorgia Meloni. Anche perché ormai la strategia delle opposizioni è fin troppo chiara: non riuscendo a colpire frontalmente un presidente del Consiglio fin qui scaltro politicamente e impeccabile moralmente, si cerca in ogni modo possibile di gettare discredito sul suo operato (e sulla sua persona) attraverso attacchi ai fianchi tesi ad indebolirne poco alla volta la leadership e minarne la credibilità.

E c’è da scommettere che il caso Pozzolo sarà soltanto il primo di una lunga serie di assalti provenienti da ogni dove (politica, sindacati, stampa, magistratura), volti a sfiancare la leader di FdI (soprattutto in prossimità della scadenza elettorale delle Europee in programma il prossimo giugno). Ragion per cui, è sacrosanto che Giorgia Meloni sia intervenuta con adeguate e tempestive contromisure con la richiesta di deferimento al collegio dei probiviri del partito. Il tutto per scongiurare il rischio che il suo immane lavoro venga sminuito, o peggio offuscato, da episodi di questo tipo (che peraltro nulla hanno a che vedere con la politica). Perché un conto è il garantismo, un altro è il masochismo.

Salvatore Di Bartolo, 5 gennaio 2023