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Perché questo governo deve preoccuparci più del virus

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Il premier Conte – che guida il Paese – dovrebbe essere perseguito per guida in stato di ebbrezza. Non si capisce altrimenti la sua recente dichiarazione secondo cui, in tema di pandemia, l’Italia è messa meglio di molti altri Paesi.

Quali, di grazia? In tema di pandemia, duole dirlo, l’Italia è messa peggio di qualunque altro Paese del mondo. Il grafico qui sotto mostra come si è evoluto dal marzo a oggi il rapporto tra decessi e contagiati: in alto la curva dell’Italia, in basso quella di tutto il mondo. Siamo stati, e siamo tuttora, i peggio messi.

1. Rapporto decessi covid/casi in Italia e nel mondo

Non ci sarebbe altro da dire. Ma, per chi non è contento, il grafico successivo confronta il rapporto decessi/contagiati tra Italia, Europa e Stati Uniti.

2. Rapporto decessi covid/casi in Italia, in Europa e negli Stati Uniti

La valutazione finale non cambia: sulla pandemia siamo stati, e siamo, i peggiori al mondo. Sostenere che il nostro lockdown abbia salvato qualcuno è quanto mai azzardato. L’evoluzione che vediamo è quella del virus. La cui variante iniziale, quella più maligna, è morta coi morti, lasciando in giro una forma mutata e meno aggressiva. E che l’evoluzione che vediamo è quella del virus e non delle misure adottate è ben chiaro nel grafico successivo, ove si confronta l’Italia – ove, secondo l’ebbro Conte sarebbero state prese misure modello – con la Svezia e la Sud Corea.

La prima, che (sbagliando, sia chiaro) non ha preso alcuna misura, ha avuto, come l’Italia, il suo mese nero (quello tra metà aprile e metà maggio), ma la curva svedese conferma che il lockdown italiano è stato ininfluente. La Sud Corea, invece, è stato sulla pandemia il vero Paese modello del mondo: le sue azioni sono state rapide, i suoi isolamenti sono stati mirati, il tracciamento degli infetti capillare. Ha saputo mantenere un rapporto decessi/contagiati entro il 2%.

3. Rapporto decessi covid/casi in Italia, Svezia e Sud Corea

Chiediamoci ora: è questo rapporto una misura del rischio di morire se contagiati? Purtroppo, in generale, no. Ma nel caso specifico, secondo me, sì. In generale è no perché il numero di contagiati è senz’altro superiore a quello riconosciuto tale, e pertanto il suddetto rapporto sovrastima il rischio di morire se contagiati. E questa è una buona notizia. La cattiva è che quel rapporto sottostima questo rischio perché non sappiamo quanti dei contagiati alla fine moriranno.

Tuttavia ritengo che in alcuni casi specifici si può con confidenza dire che il suddetto rapporto è effettivamente una buona stima del rischio di morire se contagiati. Per esempio, nel caso dell’Italia abbiamo pianto 36 mila morti ma ci sono ancora 88 mila casi attivi. Quanti moriranno? Non lo sappiamo, è vero. Però, dei casi attivi solo 500 sono classificati “gravi”. Nella fredda ipotesi che questi moriranno tutti, essi poco aggiungerebbero ai 36 mila morti e al rapporto decessi/casi.

Insomma, possiamo azzardare che, allo stato attuale, la probabilità di morire se si contrae il virus è, per l’Italia, inferiore al 10%. Lo stesso per la Sud Corea: hanno pianto 440 morti e hanno oggi appena 80 casi gravi. Possiamo perciò azzardare che in Sud Corea la probabilità di morire se si contrae il virus è inferiore al 2%. Quanto alla Svezia, hanno al momento meno di 30 casi gravi, e possiamo stimare inferiore al 6% la probabilità di morire che ha uno svedese infettato.

Chiarito che la situazione italiana è la peggiore delle peggiori, quanto dobbiamo preoccuparci? Secondo me poco per il virus, ma moltissimo per il governo che abbiamo e, in particolare, per avere un Presidente del Consiglio in sospetto di etilismo acuto e un Ministro alla Salute che chiamarlo incapace è il massimo che gli si può concedere. Vediamo perché per il virus possiamo essere ottimisti.

La curva dei decessi in Italia è una sorta di triangolo con una base di circa 80 giorni tra il 10 marzo e il 30 maggio, e un’altezza di circa 900 morti al 27 marzo: base per altezza diviso due fa appunto 36 mila morti. Ma il 30 maggio ce lo siamo lasciato indietro da un pezzo! Le cose si vedono meglio se si guarda, nel grafico successivo, l’eccesso di mortalità registrato da gennaio a oggi, cioè quanti decessi abbiamo avuto in più rispetto alla media dei decessi registrati negli anni precedenti.

4. Eccesso di mortalità gennaio-ottobre 2020 rispetto a media anni precedenti in Italia, Germania e Sud Corea

Anche in Italia, oggi (e da un paio di mesi), l’eccesso di mortalità è ridotto a zero. Ogni giorno in Italia muoiono circa 1500 persone, 30 dei quali positivi al virus, che è la stessa percentuale di positivi che si può stimare esserci tra i vivi. Non v’è nulla che debba indurci alla preoccupazione. A parte, dicevo, questo governo d’incapaci, che non aumenta certo la nostra protezione con misure stravaganti come quella di imporci le mascherine per strada.

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