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Processano Benedetto XVI pure da morto

Il tribunale civile di Traunstein fa sapere che il procedimento contro Ratzinger sarà a carico degli eredi

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No, con la morte di Benedetto XVI non finiranno nel dimenticatoio le recenti polemiche sul suo operato da vescovo in Germania. L’azione legale a carico di Joseph Ratzinger andrà avanti e chiamerà in carico gli eventuali eredi, sempre che ci siano.

Ratzinger e la denuncia della pedofilia

È stato forse uno dei motivi di maggior dolore per il Papa che per primo ha chiesto scusa al mondo per gli episodi di pedofilia nella Chiesa. Dolore e preoccupazione. Ormai è chiaro: quando esplode lo scandalo degli abusi in Germania, qualcosa cambia nella storia del papato. Se il giorno dell’elezione i giornali tedeschi avevano titolato “Wir Sind Papst”, cioè, “Noi siamo Papa”, pian piano s’insinua il sospetto e il sostegno verso il pontefice tedesco viene meno.

Benedetto, che aveva avviato la campagna di “tolleranza zero” contro la “sporcizia della Chiesa” dovuta a pedofili e vescovi omertosi, viene infatti colpito da quella stessa accusa. Siamo nel 1980. Mentre Raztinger è arcivescovo a Monaco di Baviera (1977-1982), la sua diocesi accoglie da quella di Essen un sacerdote sospettato di molestie sessuali su minori allo scopo di farlo curare. Poi, però, accade l’irreparabile: “padre H.” finisce a gestire una parrocchia dove ripete gli abusi, violenze che vengono certificate da un tribunale che nel 1986 condanna il prelato a 18 mesi di carcere.

Il dossier della diocesi di Monaco

La decisione di affidargli una parrocchia, va detto, non fu di Benedetto, ma dell’allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, il quale non avvertì il suo superiore e che in seguito si è assunto interamente la colpa di quella scelta. Tanto è bastato però per gettare un’ombra su Ratzinger. Il caso esplode nuovamente a inizio del 2022. Un rapporto indipendente sui fatti accaduti a Monaco di Baviera, infatti, accusa il papa emerito di “comportamenti erronei” nella gestione del prete pedofilo. Il caso si ingrossa quando Benedetto è costretto a rettificare una sua precedente relazione in merito al dossier riguardo una riunione avvenuta nel 1980: quando il 15 gennaio di quell’anno l’Ordinariato trattò il caso del prete di Essen, Ratzinger era presente (contrariamente a quanto sostenuto in una prima dichiarazione).

Per approfondire

Il pontefice si è sempre difeso dalle accuse, assicurando che in quella riunione si parlò solo dell’opportunità di accogliere il prete allo scopo di “consentire una sistemazione durante il trattamento terapeutico”. E non di assegnargli un ruolo. Come preciserà il segretario Georg Gaenswein, nell’occasione non venne presa “alcuna decisione circa un incarico pastorale del sacerdote interessato“. Che arrivò successivamente e a sua insaputa.

Il procedimento contro Benedetto XVI

Questi fatti, però, si sono presto tradotti in un procedimento civile a carico del papa morto il 31 dicembre scorso. Un uomo sostiene di essere stato vittima di abusi da parte di Peter H. a Garching an der Alz ed ha denunciato il prete già condannato in sede penale, il papa emerito, la diocesi di Monaco e il cardinale Friedrich Wetter, successore di Ratzinger. A novembre del 2022 Benedetto ha accettato di farsi difendere nel procedimento che, è quanto si scopre oggi, andrà avanti nonostante il suo decesso. “Il procedimento andrà avanti a carico degli eredi”, ha spiegato la portavoce Andrea Titz del tribunale provinciale di Traunstein. “È vero che in linea di principio si ha un’interruzione quando una parte muore, ma nel caso in questione questo non vale dal momento che la persona deceduta era rappresentata da un legale di fiducia”. “La causa continuerà con l’erede o gli eredi del defunto”, ha detto alla Dpa il legale della vittima, Andraes Schul. Sempre, ovviamente, che Benedetto XVI abbia effettivamente degli eredi.

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