Esteri

Puma non sarà più sponsor di Israele

Il marchio di abbigliamento sportivo non prolungherà il contratto con la nazionale calcistica, ma le motivazioni non convincono

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Puma non sarà più il fornitore per le divise da gioco della nazionale israeliana. La conferma è arrivata direttamente dai vertici del marchio di abbigliamento sportivo: il contratto in scadenza non verrà rinnovato. Secondo quanto riferito dal Financial Times, la scelta non è collegata in alcun modo alla guerra in corso contro Hamas: Puma avrebbe infatti deciso di adottare una nuova politica aziendale. Il nuovo obiettivo è quello di puntare ad una maggiore selettività dei propri partner: da qui la decisione di non proseguire il legame con la Serbia, che dovrà cercarsi un nuovo fornitore per le divise ufficiali proprio come Tel Aviv.

Il portavoce di Puma ha confermato via mail che entro la fine del 2023 verranno annunciate due nuove sponsorizzazioni di nazionali, mentre scadranno senza prolungamento i contratti stipulati con Israele e Serbia. Fare soldi come stella polare, dunque. Ma le motivazioni presentate dal gruppo tedesco per annunciare la chiusura del legame con la selezione calcistica dello Stato ebraico non convincono i più. La partnership siglata nel 2018 ha innescato una campagna di boicottaggio da parte dei gruppi pro-Palestina: secondo gli attivisti vicino a Gaza, le imprese non fanno altro che incentivare i bombardamenti di Tel Aviv.

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Insieme a molti altri marchi come H&M, Starbusks, Danone, Mc Donald’s e Carrefour, Puma è stata accusata di sostenere gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e di fornire denaro a uno Stato che sta attaccando senza pietà la striscia di Gaza. Le immagini dei bombardamenti sono diventate virali, con il dito puntato sulle realtà che collaborano in varie forme con lo Stato ebraico. Ma c’è di più. La campagna filo-palestinese BDS ha affermato su X, ex Twitter, che la decisione di porre fine alla partnership con Israele è stata una risposta diretta alle richieste di boicottaggio: “Abbiamo costretto Puma ad abbandonare la sua sponsorizzazione della Federcalcio israeliana”. Versione respinta dal marchio ma anche dall’IFA, che ha parlato di un “tentativo patetico per indurre in errore”. Ricordiamo che nel corso delle ultime settimane i negozi Puma sono stati presi di mira nel corso di alcune manifestazioni organizzate nei Paesi occidentali, a testimonianza delle insidie che le questioni geopolitiche possono creare alle multinazionali.

Massimo Balsamo, 12 dicembre 2023

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