Cronaca

Quale di questi due è un “valore universalmente condiviso”?

La commissione di Milano dice “no” alla statua che allatta in Piazza Duse. Siamo alla follia

statua donna allatta-1 © Francesco Ungaro tramite Canva.com

La città di Milano ha ricevuto in dono una scultura in bronzo di Vera Omodeo (recentemente scomparsa) raffigurante una donna che allatta al seno il figlio. In merito, la commissione orwelliana della città ha deciso all’unanimità che questa straordinaria donna che allatta un bambino non può essere messa in Piazza Duse perché “esprime valori non universalmente condivisi”. Quando l’ho letto non ci volevo credere: per la commissione, la scultura con non rappresenta valori universalmente condivisi. Segnalo che nel centro di Milano, davanti a Piazza Affari, Cattelan ha realizzato un enorme dito medio. Evidentemente quel dito è universalmente condiviso dai milanesi.

Il sindaco Sala ha poi accolto l’idea di Mentana di mettere la statua alla clinica Mangiagalli, dove nascono tutti i bambini a Milano. Ci sono sono nati pure i miei figli, quindi va benissimo. Ma il punto è un altro: come dice giustamente Daniela Padoan sulla Stampa, a scandalizzare non è più la sessualità ma “la relazionalità del rapporto escludente tra madre e bambino”. Io dico: ma di chi sono figli quelli che fanno parte di questa commissione? Di una famiglia queer? Possono anche esserlo, mi va benissimo. Quello che non capisco quale scandalo ci sia in quella statua. Se vi fa schifo, io ci sto: la commissione dica “questa statua non ci piace”. Sul gusto degli esperti della commissione posso anche starci, ma la supercazzola sui valori non universalmente condivisi vado ai matti. Vi rendete conto? Tutto questo all’unanimità.

Forse non ci si deve stupire: non troppi giorni fa il Senato Accademico dell’università di Torino ha votato all’unanimità, tranne una professoressa di matematica, contro la collaborazione con Israele. Similmente, la commissione che non si è risentita per il dito medio di Cattelan di fronte a Piazza Affari, oggi è compatta per dire no ad una statua innocua.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro dell’8 aprile 2024

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