Politica

Quello che la sinistra non dice sulla lotta alla povertà

Addio al reddito di cittadinanza. M5S e Giuseppe Conte protestano, ma i numeri li smentiscono

© STILLFX e phodopus tramite Canva.com

Dopo oltre quattro anni e mezzo e 34 miliardi di euro spesi per finanziarlo, il reddito di cittadinanza si prepara mestamente ad abbandonare la scena per fare spazio a una nuova misura di contrasto alla povertà e all’emarginazione sociale pensata dell’esecutivo di centrodestra per prendere il posto del sussidio grillino. A partire dal 1 gennaio 2024, infatti, l’Assegno di Inclusione sostituirà lo strumento caro ai Cinque Stelle, che cesserà dunque di dispiegare i propri effetti economici e occupazionali (quasi nulli questi ultimi) in concomitanza con la fine del 2023.

La fine del reddito di cittadinanza

La definitiva, e ormai prossima, uscita di scena del reddito di cittadinanza si porta inevitabilmente dietro tutta una serie di interrogativi, perplessità e critiche, sollevate soprattutto dalle parti della sinistra pentastellata, ove non passa giorno senza che le inconsolabili vedove del sussidio si strappino i capelli per l’ingloriosa fine del loro amato provvedimento. Giuseppe Conte e tutte le altre comari disperate, affranti, urlano allo scandalo, mentre accusano l’infame governo ladro di voler affamare il popolo.

Quello stesso popolo che appena cinque anni or sono i pentastellati Santi laici del Movimento avevano miracolosamente strappato alla fame dopo aver abolito la povertà dall’alto del balcone di Palazzo Chigi. E adesso, dopo cotanta fatica, arrivano quegli stolti fascistoni guastafeste che ci governano, e cosa fanno? Mandano tutto all’aria e spalancano nuovamente le porte alla povertà. Poveri Cinque Stelle. Tanto lavoro (e quattrini) per nulla.

La verità dei numeri

Ma sarà realmente così? Davvero l’esecutivo in carica abbandonerà al loro triste destino milioni di italiani in difficoltà? Beh, non proprio. Per averne la riprova basta dare un’occhiata ai numeri che, impietosi, restituiscono un quadro veritiero di una realtà che a sinistra stanno cercando in ogni modo di alterare, facendo passare il messaggio che il centrodestra di governo non si stia adoperando a dovere per scongiurare lo scoppio di una bomba sociale connessa al venir meno della fruizione della misura assistenziale voluta dai grillini. Nulla di più falso.

Le misure del governo Meloni

L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha infatti stanziato per il 2024 la cifra di 5,8 miliardi di euro per la copertura dell’Assegno di Inclusione, a cui bisogna sommare ulteriori 1,3 miliardi di euro, che saranno utilizzati per finanziare il Supporto per la formazione e il lavoro. L’investimento totale sarà dunque di 7,1 miliardi di euro, che saranno impiegati per il finanziamento delle due misure che prenderanno il posto del reddito di cittadinanza. Troppo pochi secondo le opposizioni?

Evidentemente M5S e Pd non godono di buona memoria, visto che (più o meno) la stessa cifra fu stanziata dal Governo Conte bis per l’anno 2020 per finanziare il tanto rimpianto reddito di cittadinanza (per l’esattezza 7,2 miliardi). In pratica, con il medesimo esborso di denaro, i giallorossi seppero debellare la povertà nel paese, mentre l’attuale governo finirà col ridurre sul lastrico milioni di italiani. Come ciò sia possibile potrebbe spiegarcelo, ad esempio, Giuseppe Conte, allora a capo di quell’esecutivo che investì ‘solo’ pochi spiccioli in più rispetto all’attuale governo per combattere la povertà.

La lotta (vera) alla povertà

Ma non è tutto. Aggiungiamo pure un altro tassello per completare il puzzle: per finanziare l’antenato del reddito di cittadinanza, ovvero l’osannato reddito di inclusione, il governo a trazione Pd, allora guidato dall’attuale commissario europeo, Paolo Gentiloni, spese ‘appena’ 3 miliardi di euro. Era il 2018, eppure, anche il quel caso, a sinistra andò benissimo così. Oggi, invece, programmare un investimento di oltre 7 miliardi di euro per contrastare la povertà e supportare la formazione, nonostante gli effetti economici del Superbonus grillino pesino come un macigno sui conti pubblici, equivale ad affamare il popolo. Ma fateci il piacere.

Salvatore Di Bartolo, 26 dicembre 2023

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