ElezioniSpeciale Elezioni Quirinale 2022

Quirinale, comunque vada vincerà il Palazzo - Seconda parte

Le trame per eleggere l’inquilino del Colle. Che non rappresenta gli italiani ma solo il Palazzo

Centrodestra senza una linea

Berlusconi forse non è mai stato davvero candidabile, è stato usato come un babau per ricattare a sua volta il Signore degli anelli finanziari: se n’è accorto e, anche da malandato, ha saputo dare l’ultima bastonata a un sistema che comunque lo vede protagonista da quasi trent’anni anche se lui non si stanca di proporsi come Cenerentola al ballo. Comunque ne esce a testa alta, mentre chi risulta una volta di più nella miseria politica, e non solo, è il centrodestra Fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia… Non esiste una coalizione, esiste, esattamente come a sinistra, una diffidenza condivisa, con i coltelli sempre pronti a scattare. Salvini ha fatto la solita parte velleitaria, la Meloni è addirittura sparita dal radar.

Le vere emergenze

Entrambe le fazioni, rispettivamente lacerate all’interno da ulteriori spaccature, puntano sulle divisioni altrui, ma, quanto a questo, potrebbero tranquillamente specchiarsi e a volte viene il sospetto che l’amico migliore sia il nemico. In questa desolazione si apre la liturgia per scegliere il nuovo primo cittadino d’Italia: uno che, vada come vada, finirà per far rimpiangere il predecessore, anche se pare impossibile. Nel bel mezzo di una pandemia che non c’è più, di un regime asserragliato nel bunker, di un Paese prigioniero, di una crisi economica destinata a sfociare in distruzione: le promesse di rinascita erano cialtronaggini, l’inflazione dal trotto è passata a galoppare, lo spread ruggisce, di soldi non ce ne sono, di ristori neppure e anche i più fanatici eurolirici cominciano a temere che i soldi a strozzo del Piano di resilienza o quello che sia, non arriveranno se non in misura irrisoria.

Mentre il Paese si dibatte, al solito, nelle sue emergenze conclamate: un coprifuoco di fatto, completamente assurdo; l’afflusso incontrollato di clandestini; il ritardo tecnologico; la semidistruzione di tutti i reparti produttivi e dei servizi; il fabbisogno energetico, le cui cause sono perniciose quanto antiche ma acuito dall’incompetenza di Ursula e dall’inettitudine dello stesso Draghi. Rassegniamoci a un nuovo “notaio” degli italiani che, quale che sia, potrà solo sottoscriverne la deriva, eventualmente riuscendo nell’impresa non da poco di far rimpiangere il predecessore. Ma forse è arrivato il momento di ripensare, di archiviare non solo una politica ridotta a livelli di puro malaffare, quanto un metodo di elezione presidenziale che ormai non ha più alibi. Fuori dalla Storia oltre che dalla logica.

Max Del Papa, 26 gennaio 2022

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