Politica

Referendum green pass, i promotori: “Ci stanno ostacolando”

Le 4 difficoltà incontrate dai promotori del referendum sul green pass: “Non ci fermiamo”

Nell’attesa di ricevere da parte dei Comuni italiani i primi riscontri relativi al numero di firme raccolte per il referendum contro il green pass, riteniamo utile fare chiarezza su quanto accaduto in queste quattro settimane.

Lo scorso 16 settembre 2021, presso gli Uffici della Corte di Cassazione, abbiamo verbalizzato il nostro proposito di indire un referendum per l’abrogazione delle disposizioni legislative in materia di green pass. La raccolta firme online è partita subito, il 18 settembre 2021, mentre la “macchina” per la raccolta firme in presenza ha dovuto attendere la vidimazione dei moduli richiesta all’apertura degli Uffici il 20 settembre 2021. Eravamo sin dal principio consapevoli che far firmare 18.000 cittadini al giorno (tanto è necessario per raggiungere  le 500.000 firme richieste in quattro settimane) fosse un’impresa difficile, ma non abbiamo avuto scelta, considerato che i Decreti del Governo che hanno imposto il green pass per le attività economiche, di studio e sociali sono stati emanati in pieno agosto, a ridosso – ma potrebbe essere solo una coincidenza – della scadenza del termine previsto per il deposito delle richieste di referendum (che per legge devono essere presentate entro il 30 settembre di ogni anno solare). Impresa difficile e tuttavia improcrastinabile: l’imminente fine della legislatura, infatti, impedirà ai cittadini di presentare richieste di referendum fino a 6 mesi dopo l’insediamento delle nuove Camere, e quindi non prima del 2024 (con voto nel 2025).

Fin dall’annuncio dell’iniziativa referendaria, i promotori e i volontari si sono dovuti scontrare con difficoltà ed ostacoli rilevanti, alcuni prevedibili (i tempi ristretti), altri inimmaginabili, come ad esempio:

1. I media hanno dato spazio all’iniziativa referendaria al solo scopo di penalizzarla, come dimostrano i tagli e le censure subiti dalle interviste rilasciate, sui quotidiani e in televisione, da alcuni promotori;

2. Molti hanno criticato la farraginosità e i costi delle modalità di voto online adottate dai promotori, che invece sono conformi alla normativa transitoria vigente, a differenza di quelle adottate da altri comitati referendari che al momento, ai sensi della stessa normativa, hanno solo valore sperimentale;

3. Cittadini da ogni parte d’Italia ci segnalano ostacoli all’esercizio del loro diritto di firma dei moduli referendari: alcuni Comuni negano l’esistenza stessa di una raccolta firme contro il Green Pass; altri, invece, negano di avere ricevuto i moduli per la raccolta delle firme, che pure sono stati inviati dal Comitato promotore o portati dai volontari; altri omettono di vidimare i moduli in questione o di registrare i documenti dei firmatari; altri ancora impediscono con motivazioni pretestuose l’accesso dei cittadini agli Uffici comunali o, paradossalmente, lo subordinano all’esibizione del green pass; altri, infine, si rivelano restii a fornirci informazioni sull’andamento della raccolta firme;

4. Scontiamo incertezze e indecisioni da parte delle Autorità nell’accordarci le autorizzazioni necessarie per organizzare la raccolta delle firme ad opera dei volontari, che determinano improvvise complicazioni di natura logistica in grado di ostacolare concretamente il successo della raccolta firme.

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