La lotta climatica impone agli Stati di rispettare una pressante tabella di marcia verso le rinnovabili e il traguardo emissioni nette zero. Ogni programma rischia però di essere messo a repentaglio a causa dei problemi di approvvigionamento che in ambito europeo interessano l’eolico; in particolare per il ritardo accumulato nella disponibilità delle necessarie turbine. Ecco perché Renexia, società del Gruppo Toto attiva nel mondo con un elevato tasso di innovazione sulle rinnovabili, ha stretto un accordo con il colosso cinese Ming Yang volto a creare un sito produttivo in Italia che garantirà le forniture. Il memorandum, sottoscritto anche dal ministero del Made in Italy guidato da Adolfo Urso, prevede una newco e un investimento di 500 milioni di euro. L’area in cui sorgerà l’impianto sarà individuata entro novembre, quindi il capitale della newco potrà essere aperto ad altri soci italiani. Il gioco di squadra tra il nostro Paese e la Cina porterà alla creazione di almeno 1.100 posti di lavoro diretti, a cui sommare l’indotto.
Da Med Wind il fabbisogno di 3,4 milioni di utenze domestiche
La nuova fabbrica italo-cinese si occuperà di realizzare e assembleare i componenti fondamentali per Med Wind: si tratta del più grande progetto di impianto eolico offshore floating del Mar Mediterraneo, sviluppato dalla stessa Renexia al largo delle coste trapanesi. Ming Yang è stata scelta perché ha sviluppato la più avanzata tecnologia per le turbine offshore ed è in grado di assicurare la fornitura entro il primo semestre 2026, la data stabilita da progetto per l’avvio delle installazioni nella prima sezione di Med Wind. L’impianto, posizionato a oltre 80 chilometri dalle coste, prevede l’impiego di una turbina da 18,8 MW che consentirà di ridurre da 190 a 148 il numero di aerogeneratori necessari. Una volta a regime, la produzione sarà pari a 9 TWh all’anno; pari al fabbisogno di 3,4 milioni di utenze domestiche. Ossia, circa il 3% del fabbisogno energetico nazionale.
Toto: “Una filiera industriale nazionale specializzata nell’eolico”
“Nell’ambito dell’eolico offshore galleggiante il nostro obiettivo è quello di realizzare una catena di valore che coinvolga anche le imprese nazionali. In questo modo offriremo un valido contributo per centrare gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e sostenere il rilancio di ampi comparti industriali, con un occhio anche alle opportunità offerte dal Piano Mattei voluto dal Governo” spiega il direttore generale di Renexia, Riccardo Toto. “Vogliamo creare in Italia una filiera nazionale industriale per contribuire efficacemente allo sviluppo di un comparto strategico e importante come quello dell’eolico e superare le pesanti criticità che caratterizzano la supply chain in Europa e Usa. È un’azione in grado di far crescere il settore e porre l’Italia quale attore di riferimento per le forniture relative all’eolico sia offshore che onshore nell’intero bacino del Mediterraneo e in Nord Africa”.
Un contributo al Green Deal europeo
Renexia offre quindi l’innesco per portare l’Italia in un futuro sempre più green e aumentarne la competitività. Ad oggi negli altri paesi europei non esiste infatti una filiera specializzata nell’eolico capace di fornire risposte tecnologicamente adeguate alle esigenze dei grandi impianti offshore e in tempi coerenti con il percorso di decarbonizzazione stabilito a livello europeo e nazionale. Una soluzione, quella dell’eolico offshore, che aiuta anche a superare sia la sindrome “non nel mio cortile”, che spesso interessa la costruzione degli impianti a terra, sia i vincoli ambientali. Non solo il progetto Med Wind può garantire “importanti ricadute sull’occupazione, vista l’alta specializzazione tecnologica richiesta dall’eolico offshore galleggiante e la centralità di questa tecnologia nella transizione energetica”, conclude Toto sottolineando che, facendo da apripista, Renexia “vuole cogliere in anticipo le opportunità di crescita, per contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo che richiede nei prossimi dieci anni di triplicare la potenza da fotovoltaico e più che raddoppiare quella da eolico”.
Contenuto consigliato