Cronaca

La guerra in Ucraina (e in tv)

“Ridi finché puoi, vi troveremo tutti”. Il reporter ucraino minaccia il russo in tv

I crimini di guerra dei russi possono giustificare le minacce in tv contro un giornalista russo?

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Ucraina e Russia sono due Paesi in guerra. E in guerra non c’è spazio né per la comprensione, né per il rispetto. Purtroppo. Lo dimostrano le terribili immagini che arrivano da Bucha, alle porte di Kiev. E lo confermano le cronache di oltre un mese di conflitto. Dunque non bisogna sorprendersi se, mettendo di fronte un giornalista russo e uno ucraino in una trasmissione televisiva, poi si finisce col registrare una lite.

Ieri sera, alla puntata di Non è l’Arena di domenica 4 aprile, si sono ritrovati di fronte il reporter ucraino Vladislav Maistrouk e il collega russo Alexey Bobrovsky. Tema del contendere sono proprio le immagini arrivate da Bucha con i corpi dei civili rivolti a terra e uccisi a sangue freddo, che secondo il cronista russo sarebbero una sorta di fake news (“Sono dei corpi vivi”, “nello specchietto retrovisore una persona si alza” e amenità simili). “Io ho assistito ad una cosa disgustosa – s’indigna Maistrouk – io non so se quando si parla di Shoah si chiama a parlare i negazionisti, ma noi abbiamo assistito a qualcosa di simile”. Il riferimento è, ovviamente, alle posizioni filo-Cremlino tenute da Bobrovsky, accusato di bersi tutta la propaganda di Putin. Il collega risponde, sostenendo di “non negare assolutamente l’olocausto”. E a quel punto il report ucraino inizia a parlare un russo, degli “insulti” secondo Bobrovskyper poi passare alle minacce vere e proprie. “Per tutti coloro che sono i mandanti, per tutti i propagandisti e gli esecutori dei crimini contro i civili ucraini, dovete avere paura fino all’ultimo giorno della vostra misera esistenza. Ridi finché puoi. Poi non riderai più. Abbi paura fino alla fine dei tuoi giorni. Perché noi vi troveremo tutti e capirete finalmente la lezioni di Dostowvskj: dei delitti e delle pene”.

Fin qui la cronaca. Che abbiamo riportato correttamente per evitare fraintendimenti. C’è spazio però per una riflessione, seppure breve. Va bene schierarsi con gli ucraini. Va bene ritenere l’invasione russa una violazione del diritto internazionale. Va bene denunciare gli eventuali crimini di guerra commessi. Tutto giusto. E doveroso. Però da qui a passare alle minacce contro un giornalista russo ce ne passa. Non sta a noi difendere Bobrovskynon sia mai. Non ci interessa nemmeno e le sue posizioni sono assolutamente criticabili. Però provate a immaginare cosa sarebbe successo se un simile invito a “ridere adesso che poi non ridi più” fosse stato fatto a parti inverse. Cosa sarebbe successo? Il finimondo, giustamente. In questo caso, invece, silenzio. O quasi. Si può affermare che “vi troveremo tutti” non è esattamente la frase che vorremmo ascoltare in diretta tv, oppure rischiamo di passare per putinisti?

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