Esteri

Romania, una marea umana in piazza per il candidato “putiniano”

A Bucarest le opposizioni protestano dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali che avevano premiato Calin Georgescu

Georgescu Romania (1)

La Romania è attualmente al centro di una profonda controversia politica, seguita da una serie di proteste di ampia portata dopo che la Corte costituzionale ha annullato il risultato delle elezioni presidenziali e dopo che la procura ha arrestato, interrogato e posto sotto sorveglianza il candidato arrivato primo, Calin Georgescu. Questi fatti hanno scatenato dibattiti accesi sulla democrazia e sulla legalità nel paese, e spinto migliaia di persone a scendere in piazza per protestare contro quello che ha tutti i sintomi di un sistema non molto democratico.

La capitale, Bucarest, si è trasformata in un palcoscenico di manifestazioni massicce, con migliaia di persone che si sono radunate prima in Piazza dell’Università per poi dirigersi verso Piazza della Vittoria. A sventolare le bandiere rumene erano i sostenitori di Calin Georgescu, candidato di destra e filorusso, la cui corsa alla presidenza è stata bruscamente interrotta dall’annullamento delle elezioni a causa di presunte irregolarità. Era arrivato primo, nonostante avesse ottenuto sondaggi a una sola cifra e avesse dichiarato zero spese per la campagna elettorale. Durante le proteste, ci sono stati momenti di alta tensione e scontri con la polizia.

I sostenitori di Georgescu si sono uniti in massa, esprimendo il loro disappunto e la loro indignazione per l’annullamento del voto, interpretato da molti come un assalto alla democrazia. Anche il vicepresidente J.D. Vance a Monaco, di fronte ai leader europei, li ha criticati per il loro silenzio di fronte ad una decisione dei giudici rumeni decisamente clamorosa: se le democrazie occidentali sono a rischio per 300mila euro di finanziamenti su Tik Tok, allora devono essere messe davvero male. Ieri in piazza i manifestanti hanno richiesto che le elezioni riprendano dal secondo turno, evitando di ripetere le votazioni iniziali, una proposta che, a loro avviso, potrebbe restituire legittimità al processo elettorale.

George Simion, a capo dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR) e promotore delle manifestazioni, ha denunciato l’annullamento delle elezioni come un furto di democrazia e rilanciato l’amplio malcontento nei confronti dell’attuale leadership del primo ministro Marcel Ciolacu. Nei giorni scorsi il presidente Klaus Iohannis è stato costretto a dimettersi di fronte al rischio di impeachment, mentre il voto di sfiducia sostenuto dall’AUR e da altri due partiti di opposizione non è riuscito a far cadere il governo di coalizione filo-occidentale formatosi dopo le elezioni parlamentari del 1° dicembre. “Siamo uniti, siamo forti. Siamo qui perché il nostro voto è stato rubato. Perché la democrazia è stata calpestata”, ha detto Simion. “Non abbiamo fiducia che le prossime elezioni siano libere e corrette”.

Ad esacerbare gli animi, e a regalare, evidentemente, altri milioni di voti a Georgescu, c’è stata la decisione della procura rumena di indagare il leader filorusso, di interrogarlo e di porlo sotto sorveglianza dopo aver disposto perquisizioni in diverse abitazioni e contro alcuni uomini a lui vicini. L’accusa contro il candidato è quella di promuovere l’estremismo e di incitamento contro l’ordine costituzionale. Georgescu ha respinto queste accuse, che tuttavia illustrano il grado di polarizzazione e la gravità della crisi politica che attraversa la società rumena.

La Romania si trova ora di fronte a un futuro politico incerto, con la programmazione delle nuove elezioni presidenziali per il 4 maggio. Queste elezioni saranno fondamentali non solo per determinare il prossimo capo dello stato ma anche per valutare la robustezza della democrazia nel paese. Nel caso in cui nessun candidato raggiunga più del 50% dei voti, si terrà un secondo turno il 18 maggio. Resta da vedere se Georgescu sarà ammesso a partecipare a questo nuovo ciclo elettorale. Intanto Matteo Salvini è uno dei pochi leader europei ad aver appoggiato la manifestazioni di ieri: “Chissà se proveranno a censurare la marea umana oggi a Bucarest a sostegno di Georgescu, a cui ci uniamo anche noi – ha scritto su X – Domanda alla ‘democratica’ UE: violenza, censura e sospensione della democrazia viste in Romania possono essere tollerate in Europa?”.

Franco Lodige, 2 marzo 2025

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