Politica

Salis detta le condizioni per la candidatura nel Pd

Il papà dell’attivista: “Prima di tutto accertarsi che sia un fatto positivo e che non diventi un boomerang”. E nei dem cresce il malcontento

Ilaria Salis PD © mammuth e Paperkites tramite Canva.com

La candidatura di Ilaria Salis alle elezioni europee sta suscitando non poche discussioni all’interno del Partito Democratico, complice soprattutto la sua attuale detenzione a Budapest. La situazione assume contorni ancor più complessi alla luce delle recenti dichiarazioni del padre della ragazza, rese note tramite un’intervista all’Huffington Post, che mette in luce l’incertezza e le preoccupazioni della famiglia. I Salis sembrano quasi dettare le condizioni: Ilaria potrebbe anche essere disponibile, ma solo se verrà eletta altrimenti il rischio è che venga “massacrata” in carcere.

Il genitore si è espresso con prudenza e una certa inquietudine sulla possibile corsa di giugno sotto le insegne dem: “Sentiamo tante voci e non abbiamo capito nel dettaglio di cosa si tratta. Prima vogliamo comprendere su qualche ipotesi si sta lavorando, poi ne parleremo”. Le parole scelte evidenziano una volontà di trasparenza e prudenza da parte della famiglia, che non vuole affrettare decisioni che potrebbero avere impatti sensibili sulla situazione della Salis. Non è stato ancora pianificato un incontro con Elly Schlein, ma dai Salis sono già stati fissati alcuni paletti: “Qualsiasi cosa si faccia – ha detto il padre – bisogna prima di tutto accertarsi che sia un fatto positivo e che non diventi un boomerang per Ilaria”. In che modo? “Spero che sia chiaro a tutti in quale posto si trova mia figlia. Faccio per ipotesi: se fosse candidata e non eletta, o se all’ultimo momento cadesse la candidatura, sarebbe un errore grave. Nel luogo in cui è detenuta lei verrebbe massacrata”.

La priorità della famiglia resta comunque la liberazione di Ilaria per interposto governo italiano, anche se da tempo Meloni e Tajani invitano a non politicizzare la questione e soprattutto ribadiscono l’impossibilità di agire sul processo di uno Stato estero sovrano. “Non vorremmo – dice Roberto Salis tornando all’ipotesi candidatura – che tutte queste chiacchiere siano messe in giro da qualcuno che cerca di distogliere l’attenzione, magari perché c’è una carenza nella gestione dell’emergenza o una mancanza in quello che si deve fare. Un modo per buttare la palla in tribuna. Se è questo, noi non ci stiamo. Se è un discorso serio, capiamo di cosa si tratta”.

La situazione di Ilaria Salis, la “maestra” detenuta in Ungheria da 13 mesi accusata di aver aggredito un neonazista, ha iniziato a guadagnare attenzione in Italia quando sono state divulgate le immagini di lei portata a giudizio in catene. Condizione, come mostrato ieri da Quarta Repubblica, che non è riservata alla sola attivista. E che tutto sommato viene replicata in Italia come raccontato dal pm Cuno Tarfusser.

Nel disegnare le liste per le elezioni europee, il Pd ha manifestato l’intenzione di proporre Elly Schlein e altri nomi di rilievo con l’idea di una “formula del panino“, che vede donne della società civile al primo posto, seguite da esponenti politici e poi ancora figure femminili. Tuttavia, questa possibile mossa sembra non convincere ancora in pieno lo staff di Schlein e solleva questioni di inclusione per le esponenti femminili del partito.

Franco Lodige, 2 aprile 2024

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